Sopravvive al tumore grazie alla sola parte del fegato rimasta e “salvata” dai chirurghi: l’intervento di Pisa è da record

I chirurghi dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana hanno eseguito una epatectomia con risparmio d’organo in tre tempi in un paziente affetto da una neoplasia del colon con metastasi epatiche sincrone bilaterali. È la prima volta al mondo.
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Kevin Ben Alì Zinati 6 Maggio 2021
* ultima modifica il 08/06/2021

Tre interventi chirurgici in 8 mesi, un tumore del colon con metastasi epatiche e una sola porzione di fegato, la destra, rimasta sana. Eppure, ce l’ha fatta.

È la storia di un paziente pisano salvato da una nuova metodologia chirurgica messa a punto dai chirurghi del Dipartimento di Chirurgia generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Pisa.

Si chiama epatectomia con risparmio d’organo in tre tempi e nelle scorse settimane, per la prima volta al mondo, ha permesso ai chirurghi di eseguire quello che viene definito un terzo tempo chirurgico, quindi un altro intervento, per salvare la vita di un uomo colpito da una neoplasia del colon con metastasi epatiche sincrone bilaterali.

È andata così. L’uomo era stato sottoposto al trattamento chemioterapico per il proprio tumore del colon e le immediate ottime risposte al trattamento avevano spinto i medici a programmare il primo tempo chirurgico.

Nelle sale operatorie pisane, i chirurghi hanno così effettuato la bonifica del fegato di sinistra e, in contemporanea, hanno asportato il tumore.

Il secondo “tempo chirurgico” avrebbe poi previsto l’epatectomia della parte destra dell’organo, ovvero la sua parziale resezione. In realtà, però, i chirurghi hanno proceduto con un intervento molto più complesso e innovativo che ha consentito di salvare questa parte di fegato, rimasta quindi sana e intatta.

Gli esperti dell’Aoup l’hanno definita una "scelta lungimirante” perché, di fatto, ha consentito di dare un’altra opportunità di vita al paziente.

Durante il successivo follow-up, infatti, si è sviluppata una lesione che infiltrava le strutture vitali del fegato di sinistra e che sarebbe stata asportabile solo con il sacrificio di tutto il fegato di sinistra.

La decisione era inevitabile e il paziente è stato così operato per la terza volta in otto mesi. Intervenendo per tempo, i chirurghi hanno quindi asportato tutto il fegato di sinistra lasciando al paziente solamente la porzione di destra precedentemente risparmiata.

Una fase del delicato intervento eseguito a Pisa. Photo credit: Aoup

Questa terza operazione, improvvisa e inaspettata a causa dell’insorgenza della lesione, è stata possibile solo perché il precedente intervento aveva salvato un volume di fegato di destra tale da consentire la vita del paziente.

La resezione epatica, infatti, può avvenire solo se al termine dell’intervento rimane un porzione di organo sufficiente per preservare le funzioni vitali e consentirne la rigenerazione.

Se i chirurghi avessero proceduto con la tecnica standard dell’epatectomia in due tempi, introdotta nel 2000 per trattare le metastasi epatiche bilaterali e caratterizzata dall’asportazione di tutto il fegato di destra dopo aver bonificato nel primo tempo il fegato di sinistra, l’operazione per far fronte alla lesione non sarebbe stata possibile. Difficilmente, insomma, avrebbero potuto salvare il paziente.

Fonte | Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana

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