Pensare al Pianeta e all'uomo come due organismi distinti non è più possibile. Non è una riflessione ideologica, ma un dato di fatto, le cui conseguenze si riflettono anche sulla salute umana.
È il principio alla base della "Planetary Health", una branca innovativa della Medicina che afferma l'urgenza di adottare un approccio che consideri la salute dell'uomo e quella del Pianeta come due facce della stessa medaglia. Ne ha parlato anche il ministro della Salute Orazio Schillaci durante il meeting "Le due culture 2023 – Il mondo verde" di Biogem, in corso ad Ariano Irpino (Av): è necessario – ha detto il ministro – "attuare e promuovere politiche e comportamenti orientati allo sviluppo sostenibile e al benessere collettivo, nella consapevolezza che la sostenibilità e la salute sono saldamente interconnesse".
"Credo siamo tutti concordi – ha sottolineato Schillaci – nel ritenere che il concetto di "salute planetaria" sia un principio inderogabile da seguire: è solo in quest’ottica che è possibile affrontare le principali sfide sanitarie e ambientali del presente e del futuro".
La "Planetary Health" o "salute planetaria" si basa sull'ormai evidente interconnessione esistente tra tutela ambientale e salute umana.
"Dal momento che i rischi per la salute sono inequivocabilmente legati al degrado ambientale e agli stili di vita, i medici devono orientare il loro ruolo professionale e civile per promuovere la salute anche attraverso scelte individuali e collettive volte alla tutela ambientale", spiegano i medici di ISDE Italia – Associazione Italiana Medici per l'Ambiente, una realtà nata nel 1989 da un gruppo di medici italiani mossi dalla consapevolezza che per garantire la salute di ciascuno, la medicina e la cura della salute umana non può prescindere dalla salute dell'ambiente in cui l'uomo vive.
L’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente è affiliata all’International Society of Doctors for the Environment – ISDE (costituitasi nel 1990), analoga associazione internazionale, riconosciuta dalle Nazioni Unite e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Oggi, l'aggravarsi della crisi climatica e i disastri ambientali che ne sono conseguiti, ma anche le evidenze scientifiche sui danni sulla salute umana causati dall' l'inquinamento rendono innegabile il legame profondo esistente tra il benessere dell'uomo e condizioni ambientali che lo circondano.
"I cambiamenti climatici, il riscaldamento globale, la perdita di biodiversità, l’antibiotico-resistenza e l’inquinamento atmosferico, che rappresenta il principale fattore di rischio ambientale per la salute – ha aggiunto il ministro della Salute – confermano l’urgenza di guardare al domani con una visione ‘One Health', implementando un approccio integrato, inclusivo e multidisciplinare per tutelare la salute degli ecosistemi e di tutti gli esseri viventi".
Per citare un dato ad esempio – ma se ne potrebbero trovare a centinaia -, solo nel 2020 almeno 238mila persone sono morte prematuramente nei Paesi dell'Unione Europa a causa dell’esposizione all'inquinamento atmosferico (dati Agenzia Europea dell'Ambiente – AEA)
La realizzazione di questo approccio "One Health" o "Planetary Health" è anche uno degli obiettivi dichiarati delle riforme previste dal ministero della Salute entro il 2026 nell'ambito della Missione Salute del Pnrr.
Questa concezione di salute si può realizzare lavorando su più piani, tra cura della salute individuale e impegno a sostegno della transizione green e di uno sviluppo sostenibile. Il ministro Schillaci ne ha individuati alcuni:
La pandemia è la prova più recente – ha detto Schillaci – del legame indissolubile e di interdipendenza tra uomo, animali e ambiente. Il Covid-19 "ha reso tutti noi consapevoli che potrebbero presentarsi nuove emergenze per la diffusione di altri microorganismi patogeni a causa di modifiche degli ecosistemi. Abbiamo imparato che la salvaguardia della salute e la protezione ambientale costituiscono un binomio inscindibile".
Fonte | ISDE