Stare al cellulare può causare il cancro? Secondo l’ISS, no. Ma mancano certezze sull’utilizzo in età infantile

Un rapporto che raccoglie tutti gli studi scientifici su tumori e utilizzo dei cellulari e pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità rivela che stare al cellulare per un arco di tempo prolungato non aumenta il rischio di cancro. Tuttavia sono ancora in corso studi riguarda l’esposizione in età infantile.
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Sara Del Dot 7 Agosto 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Auricolari, cuffie, bluetooth, altoparlanti e chi più ne ha più ne metta. Tutti abbiamo paura dell’effetto dei telefoni cellulari sul nostro corpo e quindi cerchiamo un modo per continuare a utilizzarli tenendoli però sempre a “distanza di sicurezza”.

Eppure, tutti questi accorgimenti potrebbero non essere così decisivi. Secondo il rapporto IstisanEsposizione a radiofrequenze e tumori: sintesi delle evidenze scientifiche”, curato da un team multidisciplinare e diffuso oggi dall’Istituto Superiore di Sanità, in cui è stata condotta una meta-analisi degli studi pubblicato tra il 1999 e il 2017, l’utilizzo del cellulare per chiamate vocali per oltre dieci anni non sarebbe correlato a una maggiore incidenza di neoplasie maligne o benigne nelle aree più esposte. In poche parole, secondo se mettiamo insieme tutti gli studi più recenti sull’argomento, scopriamo che le radiofrequenze che ci colpiscono mentre usiamo il telefono non sarebbero così dannose come spesso pensiamo.

Questo però non significa che il rischio sia inesistente. Mancano infatti ancora dati certi sugli effetti di un’esposizione intensa e prolungata a partire dall’età infantile e anche su tumori intracranici a lenta crescita. Insomma, se possibile meglio continuare a utilizzare gli auricolari!

Fonte | Istituto Superiore di Sanità

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