Strappo muscolare: perché avviene e come recuperare al meglio

Lo strappo muscolare, o distrazione muscolare, è un evento traumatico a carico di un preciso distretto muscolare, una lesione delle fibre dei muscoli piuttosto frequente, soprattutto nelle discipline sportive. Capiamo insieme cosa fare subito dopo uno strappo, se è possibile prevenirlo e quali sono i tempi di recupero per guarire da un simile infortunio.
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14 Gennaio 2021 * ultima modifica il 02/11/2022

Lo strappo muscolare, noto anche come distrazione muscolare, può colpire qualsiasi muscolo del corpo, ma i muscoli più suscettibili alle lesioni sono quelli che attraversano due articolazioni, come i muscoli posteriori della coscia (ischiocrurali), della gamba (tricipite surale) e i quadricipiti.

Anche i muscoli adduttori dell’anca sono comunemente colpiti nonostante attraversino solo l’articolazione dell’anca; sono meno comuni invece gli strappi a livello lombare, quindi alla schiena, e quelli inguinali e addominali.

Cos’è e perché avviene

Lo strappo muscolare, come abbiamo già accennato, è una lesione del muscolo, più semplicemente si potrebbe parlare di una rottura della superficie muscolare: è il danno muscolare più grave, preceduto da stiramento muscolare e contrattura.

Gli strappi muscolari si verificano comunemente durante un carico eccessivo del muscolo, quando quest'ultimo si contrae mentre si allunga; durante le attività che richiedono movimenti esplosivi, come spingere durante uno sprint o cambiare direzione, la forza attraverso l'unità muscolo-tendinea (il muscolo e il tendine collegati) può essere così grande che i tessuti si strappano, parzialmente o completamente.

Altre cause che possono predisporre ad una distrazione includono un allenamento non adeguato, precedenti lesioni muscolari, minore flessibilità, mancanza di forza nel muscolo, affaticamento e posture scorrette mantenute a lungo.

Classificazione e sintomatologia

In base alla grandezza della lesione muscolare e alla quantità di fibre danneggiate gli strappi si suddividono in tre categorie, la cui sintomatologia varia in base all’appartenenza:

  • Strappo di primo grado: è la forma più lieve e che riguarda un numero minore di fibre, comprende la rottura di meno del 5% delle fibre muscolari, perciò il danno è modesto e il dolore si avverte in forma leggera soprattutto quando si contrae e allunga il muscolo.
  • Strappo di secondo grado: la lesione coinvolge un numero maggiore di fibre muscolari, è più vasta rispetto a quella di primo grado senza avere comunque la completa rottura del muscolo, con dolore acuto e localizzato che aumenta in occasione della contrazione; presenta gonfiore dell’area, rigidità della zona ed ematoma, e si assiste ad una perdita importante di forza e movimento del muscolo interessato.
  • Strappo di terzo grado: è la completa rottura del muscolo e provoca dolore intenso anche a riposo, è caratterizzato da gonfiore, ematoma e da una fuoriuscita di liquidi nella zona; lo strappo si può avvertire distintamente anche con la palpazione, si può sentire una sorta di “scalino” o avvallamento che mostra il distaccamento delle fibre nel punto di rottura. Il muscolo interessato non è più in grado di svolgere la sua funzione, si parla perciò di impotenza funzionale.

La durata dell'infortunio dipende dalla sede e dalla gravità dello stesso. I sintomi di un lieve strappo muscolare normalmente possono migliorare in un arco di tempo che va da 1-2 settimane a 4-6 settimane; per lesioni un po' più gravi può occorrere un tempo che varia dalle 8-10 settimane o più. Per lesioni molto più importanti i sintomi possono persistere fino all'intervento chirurgico.

Rimedi

Nelle distrazioni muscolari è fondamentale intervenire nel minor tempo possibile, in quanto ogni minuto trascorso può significare un ritardo nella guarigione.

Non appena si avverte il dolore muscolare occorre sospendere l’attività che si stava compiendo, per ridurre il danno ed evitare l’insorgenza di ematoma o edema, e adottare un protocollo d’intervento chiamato R.I.C.E., un acronimo inglese che significa:

  • Rest (riposo), cioè l'interruzione di sforzi e attività fisica;
  • Ice (ghiaccio), quindi applicazione immediata di ghiaccio per le prime ore dopo il trauma;
  • Compression (compressione), ovvero applicare una fasciatura e mantenerla per almeno 24-48 ore dopo l’infortunio;
  • Elevation (elevazione), dunque mantenere la parte strappata al di sopra del livello del cuore per favorire il ritorno venoso ed evitare altri accumuli di sangue.

Nella maggior parte delle lesioni non gravi questo protocollo è sufficiente a risolvere il danno, ma in circostanze più serie sarà necessaria un’ecografia per valutare la gravità dello strappo e di conseguenza si raccomanderanno diverse precauzioni e trattamenti per il recupero ideale.

Dopo aver attuato il protocollo R.I.C.E. si può procedere in questo modo:

  • Lesione di primo grado: riposo assoluto nella prima giornata, se la lesione non è molto estesa si può procedere con fisioterapia (dopo 48 ore) e con impacchi caldo-umidi. Si possono assumere farmaci antiinfiammatori o miorilassanti (che rilassano la muscolatura).
  • Lesione di secondo grado: riposo assoluto tra i 2 e i 7 giorni, compressione dell’arto leso e aiuto nella deambulazione con sostegni esterni. In questi casi sono consigliate anche terapie strumentali come ad esempio la tecarterapia (sfrutta le radiofrequenza per stimolare la guarigione dei tessuti), ultrasuoni e magnetoterapia (riducono infiammazione ed edema), e laserterapia (favorisce la vasodilatazione e il drenaggio dei liquidi). In aggiunta è possibile praticare stretching ed esercizi muscolari, partendo molto leggeri e aumentando progressivamente con il passare del tempo.
  • Lesione di terzo grado: nei casi più estesi può rendersi utile un’immobilizzazione con tutore per 15-20 giorni, e nei casi più gravi potrebbe essere necessario anche un intervento chirurgico di miorrafia (ricucitura del muscolo); in alcuni casi potrebbe essere utile l’infiltrazione locale di plasma arricchito con piastrine, per accelerare la rigenerazione delle fibre muscolari. Successivamente occorrerà praticare la stessa terapia delle lesioni di secondo grado. Questo tipo di lesioni ha tempi di recupero e guarigione molto lunghi, è fondamentale rispettarne la durata senza avere fretta di tornare a praticare attività fisica perché il rischio di ricadute è elevato.

Prevenzione

Come abbiamo già avuto modo di constatare, è naturale che gli strappi muscolari avvengano in particolare nei soggetti che fanno sport, soprattutto quelli con attività muscolari di tipo esplosivo, o durante un momento generico di attività fisica, principalmente in persone non perfettamente allenate o in forma.

Alcuni accorgimenti possono essere utili nel cercare di prevenire gli strappi muscolari:

  • Allenare in modo costante i muscoli e praticare un buon riscaldamento prima di iniziare è ottimale per evitare lesioni; lo stretching svolto correttamente è l’ideale.
  • Evitare di affaticare il corpo con iperallenamenti, non esagerare con lo sforzo fisico anche in soggetti ben allenati.
  • Utilizzare eventuale attrezzatura o abbigliamento idonei.
  • Cercare di mantenere una buona temperatura corporea soprattutto in inverno, per evitare che i muscoli si irrigidiscano.
  • Se si avvertono fastidi muscolari anche leggeri, non trascurarli o sottovalutarli.
Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Pavia, ha svolto periodi di formazione in ospedali universitari della Comunidad altro…
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