I cerotti per il rilascio dei farmaci vengono impiegati in diverse situazioni e magari anche a te sarà capitato di doverne indossare uno per un po' di tempo. Offrono in effetti diversi vantaggi rispetto ai metodi di somministrazione più classici. Ad esempio, non affaticano fegato e intestino, come rischiano invece di fare le medicine assunte per via orale, oppure si evita il fastidio provocato da un'iniezione. Un team di ricerca del Massachusetts Institute of Technology si è chiesto se potesse essere utile anche per alcuni trattamenti più particolari, come il rilascio di vaccini e le cure contro certe forme di cancro. Al momento, è stato testato solo in laboratorio, ma i risultati sono sembrati davvero promettenti, tanto da essere stati presentati al meeting annuale dell'American Chemical Society.
Si chiamano transdermici, perché sono ricoperti da microaghi che rilasciano il farmaco nell'organismo. In questo caso, è il rivestimento che fa la differenza. Si compone infatti di diversi strati molto sottili, che alternano tra loro molecole a carica positiva e negativa, in modo da creare un fitto reticolato per non lasciar disperdere il preparato e rendere più robusta la pellicola del cerotto. Allo stesso tempo, però, era necessario che questo spessore non ostacolasse l'erogazione della sostanza. È stato quindi creato un nuovo polimero che rispondesse proprio a tutte queste esigenze. "Il nostro cerotto – ha spiegato Yanpu He del Massachusetts Institute of Technology e tra gli autori dello studio – presenta un rivestimento chimico unico e una modalità d'azione che consente di applicarlo e rimuoverlo dalla pelle in un solo minuto, pur offrendo una dose terapeutica di farmaci".
Ma per quali patologie potrà tornare utile? Prima di tutto, in ambito preventivo. Somministrando i vaccini in questo modo, vengono prodotti 9 volte i livelli di anticorpi che si registrano dopo una più classica iniezione intramuscolare e 160 volte rispetto a quelle sottocutanee, due modalità utilizzate in questo momento per il trattamento antinfluenzale e quello contro il morbillo. Dopodiché sembra possa funzionare anche nell'ambito dell'immunoterapia, nel trattamento del melanoma, una delle più diffuse forme di tumore della pelle.
Al momento, questa nuova via è stata sperimentata solo su alcuni campioni di tessuti umani e non direttamente sulle persone. Numeri così importanti, però, fanno pensare di essere davvero di fronte al futuro in tema di assunzione dei farmaci.
Fonte| "Skin patch could painlessly deliver vaccines, cancer medications in one minute" pubblicato sul sito di American Chemical Society il 25 agosto 2019