Tachicardia: quali sono i sintomi e quando dovresti preoccuparti

Quando il cuore ti batte forte, sei quasi sempre vittima delle tue emozioni, che potrebbero non essere sempre positive. Fai però attenzione se la tachicardia si manifesta improvvisamente e a riposo. In questo caso, è bene chiedere un consulto medico per verificare la salute del tuo muscolo cardiaco.
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Valentina Rorato 16 Aprile 2020
* ultima modifica il 21/02/2024

Quando sei a riposo e la tua frequenza cardiaca supera i 100 battiti al minuto si può parlare di tachicardia, un'accelerazione del ritmo del tuo cuore che può verificarsi per diversi motivi: magari stai attraversando un periodo di stress o di grande ansia, assumi alcuni farmaci o soffri di malattie cardiologiche. Qualsiasi sia la causa della tachicardia, sappi che si tratta di un disturbo che dovresti monitorare costantemente con regolari visite mediche, poiché potrebbe essere sintomo di problemi più gravi.

Naturalmente esistono delle condizioni in cui è normale che i battiti del tuo cuore superino i 100 al minuto: ti sto parlando della tachicardia sinusale, la tipologia più comune e fortunatamente meno pericolosa, poiché è provocata da stati temporanei, ad esempio un'attività fisica intensa o malattie che causano la febbre, che tendono a risolversi in breve tempo, riportando le pulsazioni nei valori normali. In altri casi, però, l'aumento della frequenza cardiaca può essere patologico e presentarsi anche senza alcuna spiegazione apparente, quando gli impulsi elettrici prodotti dal cuore diventano più frequenti e danno vita a un'aritmia, cioè un'alterazione del battito.

Il problema principale di questo disturbo è che, battendo più velocemente, il tuo cuore non riesce più a pompare il sangue in tutto il corpo in modo efficace e di conseguenza gli organi e i tessuti non ricevono più l'ossigeno di cui hanno bisogno per funzionare correttamente. È da questa anomalia che nascono i sintomi della tachicardia, che vanno da un semplice "fiatone" fino allo svenimento. Vediamo allora cosa puoi fare quando il tuo battito accelera, quando è il caso di preoccuparsi e i rimedi per curare questa condizione ed evitare complicazioni.

Che cos’è

La tachicardia consiste nell'aumento della frequenza cardiaca, che nelle persone che soffrono di questo disturbo supera i 100 battiti al minuto in condizioni di riposo, o comunque in assenza di qualsiasi stress di tipo psicofisico. Può accadere, infatti, che il cuore acceleri all’impazzata per una forte emozione oppure durante l’esercizio fisico. In questi casi è assolutamente normale e non ti devi preoccupare, perché quasi sempre basterà fermarti o ritrovare un po' di tranquillità per riportare il tuo ritmo cardiaco alla normalità.

La frequenza cardiaca è controllata da segnali elettrici inviati attraverso i tessuti cardiaci. In caso di un'anomalia, il sistema elettrico del cuore comincia a produrre impulsi più frequenti rispetto al normale, provocando così un'accelerazione del ritmo cardiaco che, in condizioni normali, dovrebbe essere tra i 60 e i 100 battiti al minuto.

Tra i fattori che possono, direttamente o indirettamente, alterare il battito del cuore, ci sono le aritmie, caratterizzate da irregolarità del ritmo cardiaco che può sia aumentare (tachiaritmie) che diminuire (bradiaritmie). Ecco perché la tachicardia può essere definita come un tipo di aritmia cardiaca e, a seconda delle cause, possiamo distinguere diverse tipologie di questa condizione: oltre a quella sinusale di cui ti ho parlato, le forme più diffuse sono la tachicardia ventricolare, la tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV), la fibrillazione atriale, il flutter atriale e la fibrillazione ventricolare.

Se la tachicardia non si limita a un solo episodio ma si manifesta con frequenza, dovresti curarla e monitorarla perché potrebbe interrompere la normale funzione cardiaca e portare a gravi complicazioni, tra cui l’infarto o l’ictus.

Le cause

La tachicardia è causata da qualcosa che interrompe i normali impulsi elettrici che controllano la frequenza dell'azione di pompaggio del cuore. Ci sono molte cause che possono intervenire su questo processo, alcune delle quali sono collegate allo stile di vita, come fumare, bere troppo alcol o caffeina, abusare di droghe, essere estremamente stressati, non fare esercizio fisico o farne più di quanto sia tollerabile. Inoltre, tieni presente che anche un semplice stato febbrile o uno squilibrio elettrolitico all'interno del tuo corpo può influire sul ritmo cardiaco.

In altri casi, l'aumento del numero di battiti cardiaci al minuto può essere patologico e derivare malattie cardiache, anomalie congenite del cuore come la sindrome del QT lungo, anemie o danni subiti dal miocardio.

Se invece ti capita di soffrire di tachicardia notturna, difficilmente il problema sarà legato a qualche difetto del tuo cuore, ma piuttosto a una cena particolarmente abbondante, a stati come ansia, depressione e stress oppure a disturbi legati alla digestione, ad esempio il reflusso gastrico. Anche in gravidanza puoi aspettarti un aumento della frequenza cardiaca, dato che il cuore andrà incontro a un maggiore sforzo per incrementare il flusso sanguigno necessario allo sviluppo del feto.

Ovviamente è importante fare attenzione anche ad alcuni fattori di rischio:

  • Alta pressione sanguigna
  • Apnea notturna
  • Tiroide iperattiva o ipoattiva
  • Diabete
  • Stress psicologico o ansia
  • Anemia
  • Età avanzata
  • Storia familiare
  • Stile di vita

I sintomi

Avere il cuore in gola non è semplicemente un modo di dire, ma è anche la sensazione tipica di chi ha la tachicardia. Potresti infatti percepire il tuo battito cardiaco accelerato a livello del collo o del torace: se hai appena corso a perdifiato per prendere l'autobus, probabilmente non hai alcun motivo di preoccuparti. Se però questo accade molto spesso o mentre sei comodamente seduto sul divano, allora il problema potrebbe essere più serio. In questo caso, fai attenzione ad altri eventuali sintomi che possono comparire in caso di frequenza cardiaca troppo elevate, ad esempio:

  • Mancanza di respiro
  • Palpitazioni cardiache
  • Dolore al petto
  • Vertigini
  • Capogiri
  • Confusione
  • Svenimento (sincope)

Questi segni clinici sono la conseguenza dell'incapacità del tuo cuore di pompare sangue e, quindi, di recapitare l'ossigeno ai vari organi e tessuti del tuo organismo.

Alcune persone con tachicardia non hanno sintomi e la condizione viene scoperta solo durante un esame fisico o con un test di monitoraggio del cuore chiamato elettrocardiogramma.

Quando preoccuparsi?

Fin dall'inizio, ti ho detto che un singolo episodio nel quale il tuo battito cardiaco accelera improvvisamente non è poi così preoccupante. Ma allora, quando la tachicardia è pericolosa? Devi iniziare a preoccuparti se il disturbo inizia a comparire frequentemente, anche quando sei completamente a riposo, ed è associato a uno dei sintomi di cui ti ho parlato poco fa.

A lungo andare, poi, la tachicardia fa compiere al tuo cuore troppi sforzi che possono danneggiare il miocardio. Dato che parliamo di una condizione che può nascondere tanti problemi, alcuni dei quali sono davvero pericolosi per la salute, conviene sempre chiedere un consulto medico se ti rendi conto che la frequenza cardiaca tende ad aumentare spesso. Sicuramente recati al pronto soccorso o comunque chiama aiuto se ti senti svenire, se hai difficoltà a respirare o percepisci un dolore al torace che dura più di qualche minuto.

Tipi di tachicardia

Come ti ho anticipato, la tachicardia di natura patologica può essere classificata in diverse tipologie, che sono determinate dalla causa che porta all'aumento della frequenza cardiaca. In questa classificazione non troverai la tachicardia sinusale, che come abbiamo visto in precedenza può essere legata a una condizione temporanea e solitamente non è considerata un disturbo grave come quelli di cui ti sto per parlare.

Fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale è la tachicardia più comune ed è una frequenza cardiaca rapida causata da impulsi elettrici caotici e irregolari nelle camere superiori del cuore. Questi segnali provocano contrazioni rapide e non coordinate.

Flutter atriale

In caso di flutter atriale, gli atri del cuore battono molto velocemente ma a un ritmo regolare. La frequenza rapida provoca contrazioni deboli degli atri. Molto spesso chi soffre di flutter, soffre anche di fibrillazione atriale.

Tachicardia parossistica sopraventricolare

La tachicardia sopraventricolare è un battito cardiaco molto veloce che inizia e si arresta improvvisamente e che origina nel cuore ma non nei ventricoli. È un disturbo frequente più nei giovani ed è, per fortuna, più fastidioso che pericoloso.

Tachicardia ventricolare

La tachicardia ventricolare è un’aritmia che nasce dalle camere inferiori del cuore (ventricoli) caratterizzate da una elevata frequenza cardiaca (maggiore di 100 battiti al minuto). Può manifestarsi in soggetti apparentemente sani (in questo caso è considerata “idiopatica”) o in pazienti affetti da una malattia cardiaca.

Fibrillazione ventricolare

La fibrillazione ventricolare è un’aritmia caratterizzata da un’attivazione rapidissima ed irregolare delle camere inferiori del cuore (ventricoli) che può portare all’arresto cardiaco. La maggior parte delle persone che soffrono di fibrillazione ventricolare hanno una malattia cardiaca di base o hanno subito un grave trauma.

Tachicardia da ansia

La tachicardia da ansia è scatenata da sentimenti di stress o di paura e, in alcuni casi, può essere un sintomo di un attacco di panico. Talvolta, questo genere di tachicardia si manifesta anche di notte causando insonnia. È importante comprendere la dinamica del problema: non è mai collegato a un disturbo cardiaco, quanto a uno stato emotivo o all’assunzione di sostanze (dal caffè alla nicotina).

La diagnosi

La diagnosi di tachicardia si effettua solo dopo aver prescritto un elettrocardiogramma, che può essere condotto a riposo, sotto sforzo e in altre condizioni di stress, oppure per periodi di tempo prolungati (attraverso l'holter). Tra gli esami, possono essere utili il  loop recorder, un apparecchio che viene impiantato sotto cute e permette di tenere sotto controllo e registrare l’attività elettrica del cuore, e l’ecocardiogramma. E poi il medico potrebbe prescrivere una serie di esami del sangue, per il controllo degli elettroliti, in particolare potassio, calcio, magnesio la cui alterazione, più elevata o ridotta, può determinare le aritmie, e per verificare il dosaggio degli ormoni tiroidei. L’esame più invasivo che potrebbe essere richiesto è lo studio elettrofisiologico. Come si effettua? Si inserisce un catetere in un vaso dell’inguine o del braccio, facendolo risalire fino al cuore al fine di registrare l’attività elettrica in specifiche aree del muscolo cardiaco. Quando si localizza l’aritmia si può intervenire con la radiofrequenza o con la crioterapia.

La cura

Le cure per la tachicardia sono di diverso tipo a seconda della gravità del disturbo. Alcune forme non hanno bisogno di terapia. Nei casi più severi, potrebbe essere consigliata l’ablazione cardiaca, mentre per prevenire eventuali arresti cardiaci potrebbe essere prescritta una terapia farmacologica a base di beta-bloccanti e gli ACE-inibitori.

Fonti| Fondazione Veronesi; Humanitas

(Modificato da Alessandro Bai il 23-9-2020)

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