Tessuti hi-tech creati in laboratorio potrebbero riparare un cuore dopo l’infarto

Un team interdisciplinare e internazionale, al quale ha partecipato anche l’Italia, sta muovendo grandi passi in una ricerca molto importante: trovare dei tessuti che sostituiscano le zone del miocardio danneggiate da un infarto o da altre patologie cardiache.
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Giulia Dallagiovanna 30 Luglio 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Come una toppa, ma più funzionale. E hi-tech per di più. La ricerca scientifica si sta muovendo in una direzione che potrebbe davvero cambiare la vita a chi soffre, o ha sofferto, di problemi cardiaci. Infarto, insufficienza cardiaca e tutte quelle patologie che possono danneggiare, quando non far morire, una parte di cuore, potrebbero non essere più irreversibili. Uno studio ha dimostrato come alcuni particolari tessuti ricostruiti in laboratorio possano attivarsi grazie e speciali fasci di luce, contraendosi e rilassandosi proprio come un muscolo vero.

Un metodo che potrebbe andare a sostituire i trattamenti al momento disponibili, come bypass o, nei casi più gravi, il trapianto. Ora l'area del miocardio, cioè della membrana che riveste le pareti del muscolo cardiaco, che è rimasta danneggiata potrebbe venire ricoperta all'esterno da tessuti innovativi che riescono a stimolare la contrazione del cuore e ristabilirne il suo corretto funzionamento. Un cambio di gomme, da un certo punto di vista. Un aiuto che fornisce nuova forza a un muscolo, il più importante del tuo corpo, che è in difficoltà.

Come delle toppe hi tech che stimolano la contrazione del cuore

È servito un team internazionale e interdisciplinare per arrivare a questo risultato. Un progetto al quale bisognerà lavorare ancora e che al momento viene sviluppato soprattutto in Germania. La base di partenza è l'architettura del cuore, che viene completata da un'impalcatura per sostenere e gestire le cellule predisposte a farlo pulsare. Si chiamano cardiomiociti, l'unità contrattile del miocardio che trasmette l'impulso di partenza. E i nuovi tessuti, formati da cristalli liquidi elastometrici, sarebbero dei ponteggi che vanno a rafforzare muri a rischio crollo.

La ricerca è ancora lontana dall'aver creato delle vere e proprie toppe hi-tech, utilizzabili nell'immediato. Ma diversi test clinici hanno già dimostrato l'efficacia di queste soluzioni, alle quali sta contribuendo anche l'Italia, con l’Istituto nazionale di ottica del Consiglio nazionale delle ricerche, l’Università di Firenze e il Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare. Non solo, ma questi studi dimostrerebbero che i nuovi tessuti sarebbero applicabili anche ad altri tipi di muscoli, rendendoli dunque una possibile speranza anche per i malati di Sla o altre patologie che limitano il movimento.

Fonte| "Development of Light-Responsive Liquid Crystalline Elastomers to Assist Cardiac Contraction" pubblicato su Circulation Research l'8 febbraio 2019

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