
Ci sono situazioni in cui non basta spingere il piede sull’acceleratore dell’auto o dell’ambulanza. Quando un paziente ha un bisogno urgente di una trasfusione di sangue o di un farmaco che gli potrebbe salvare la vita serve volare. Volare come fanno i droni.
A parole questi dispositivi potrebbero davvero oltrepassare le code chilometriche di traffico e gli ingorghi, è vero: ma ora anche i fatti lo dimostrano.
Il Cnr-Ifac, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e l’Asl Toscana Nord Ovest hanno portato a termine con successo un test in cui questi piccoli velivoli sono stati utilizzati come mezzi di trasporto d'emergenza di sangue ed emoderivati.
Con una capsula sensorizzata contenente cellule di sangue agganciata alla struttura, i droni sono riusciti a volare da un punto a un altro mantenendo il contenuto inalterato e in perfette condizioni.
Per provare l’utilità e l’efficacia dei velivoli nella pratica d’emergenza, i ricercatori hanno sviluppato un contenitore intelligente progettato appositamente per il trasporto di sangue ed emocomponenti.
Si tratta di una capsula sensorizzata in grado di monitorare in tempo reale le condizioni dei materiali rilevandone la temperatura, l’umidità, il pH ed l’emolisi (il processo di distruzione dei globuli rossi) e capace di attivare in totale autonomia una serie di procedure di allerta e di risposta in caso di necessità.
L’esperimento complessivamente ha visto otto differenti missioni di volo, di circa 13 minuti di durata ciascuna per una distanza totale di 105 km di volo per complessive 39 ore di volo e i risultati dell’esperimento, pubblicati sulla rivista Drones, hanno dato loro ragione. Un po' come il progetto del Sistema 118 per il trasporto di defibrillatori.
Il trasporto di sangue e materiali biologici è avvenuto in totale sicurezza, con i campioni ematici che hanno mantenuto la propria integrità biologica, e i rischi per la salute dei pazienti dopo l’utilizzo di questi prodotti sono stati azzerati.
“Lo studio ha dimostrato che lo sviluppo di una capsula dotata di intelligenza artificiale, trasportabile con un drone, è in grado di preservare le condizioni termiche dei materiali biologici trasportati, in tutte le condizioni di volo (diverse altitudini, velocità, accelerazioni/decelerazioni), mentre i test chimici hanno confermato l'integrità dei campioni prima e dopo le operazioni di trasporto su drone” ha spiegato Angela Pirri del Cnr Ifac.
Fonte | "Preliminary Clinical Validation of a Drone-Based Delivery System in Urban Scenarios Using a Smart Capsule for Blood" pubblicato il 5 agosto 2022 sulla rivista Drones