Tricomoniasi: quali sono i sintomi e come si trasmette l’infezione del tratto urogenitale

La tricomoniasi è un’infezione piuttosto comune, causata da un protozoo che, nella quasi totalità dei casi, viene trasmesso sessualmente; esaminiamo insieme quando la condizione può risultare pericolosa e come trattarla.
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24 Novembre 2022 * ultima modifica il 24/11/2022

La tricomoniasi si presenta molto più frequentemente in coloro che hanno più partner sessuali o praticano sesso non protetto.

Cos’è

La tricomoniasi è un’infezione vaginale o dell’uretra causata dal protozoo Trichomonas vaginalis, principalmente a trasmissione sessuale, che causa perdite vaginali, infezione del tratto urinario, prurito e dolore.

Si tratta quindi di una patologia sessualmente trasmissibile non virale e piuttosto comune; gli uomini con tricomoniasi nella maggior parte dei casi sono asintomatici o, più raramente, presentare sintomi come dolore, secrezioni, disuria o frequenza urinaria.

Il Trichomonas vaginalis è un protozoo la cui modalità di trasmissione più frequente è, come abbiamo già accennato, quella per contatto sessuale, ma in rari casi potrebbe anche avvenire tramite l’utilizzo di indumenti e oggetti contaminati. Nelle donne il parassita può infettare la vulva, quindi la parte esterna dei genitali, la vagina, la cervice e l’uretra, mentre negli uomini si può trovare nell’uretra. Il periodo di incubazione può andare dai 5 ai 28 giorni, e in molti casi l’infezione rimane comunque asintomatica: anche in questi casi è possibile però trasmetterla ad altri.

La tricomoniasi è pericolosa per le donne in gravidanza, in quanto potrebbe causare un parto pretermine, con il rischio che il neonato nasca con peso non sufficiente, o rottura prematura delle membrane (PROM, più comunemente conosciuta come rottura delle acque).

I sintomi

La sintomatologia comune per le donne è la seguente:

  • perdite vaginali: si presentano di colore giallo o verde, di cattivo odore;
  • dolore durante i rapporti sessuali;
  • frequenza urinaria;
  • dolore e difficoltà nell’urinare;
  • prurito vaginale;
  • eritema vulvare;
  • dolore pelvico.

La sintomatologia per gli uomini è il più delle volte assente, ma nei casi in cui questa sia presente si possono manifestare sintomi simili a quelli delle donne, già elencati nel paragrafo precedente. La condizione in assoluto più comune negli uomini sintomatici è l’uretrite, ossia lo stato infiammatorio dell’uretra, che può causare:

  • minzione frequente;
  • dolore o bruciore durante la minzione;
  • sangue nelle urine;
  • in caso di infezione grave febbre, brividi, nausea.

Più raramente gli uomini potrebbero sviluppare anche epididimite (infezione di un piccolo canale dei testicoli) e prostatite.

La diagnosi

La diagnosi di tricomoniasi avverrà innanzitutto con un’anamnesi del paziente, con domande sull’utilizzo di preservativi durante i rapporti, la frequenza di cambio di partner, la storia di precedenti patologie sessualmente trasmissibili e la presenza di secrezioni.

Un primo esame fisico nelle donne può riscontrare secrezioni vaginali, che sono molto comuni, e appaiono come schiumose e con un odore anomalo, e i genitali possono apparire spesso arrossati e con edema. Inoltre è frequente la cervice a fragola, ossia la presenza di lesioni petecchiali sulla mucosa cervicale, e la palpazione del bacino potrebbe rivelare lieve dolore.

Successivamente potranno essere effettuati un esame microscopico diretto, una coltura delle secrezioni o un’urinocoltura e/o un test di amplificazione degli acidi nucleici delle secrezioni vaginali. Negli uomini sarà utile un tampone uretrale, per rilevare la presenza di microrganismi, e la coltura di urina.

Trattamento e complicanze

Il trattamento della tricomoniasi prevede l’assunzione di antibiotici: nella quasi totalità delle donne sarà sufficiente un’unica somministrazione, mentre per gli uomini si opta per l’assunzione di antibiotico per circa 7 giorni. Il risultato ottimale si ottiene quando viene trattato in contemporanea anche il partner sessuale; purtroppo nelle persone sessualmente attive il rischio di recidiva è piuttosto alto. Se nelle donne l’unica dose di antibiotico non ha effetto, si propenderà per l’assunzione più prolungata.

La tricomoniasi va in ogni caso curata, l’infezione non trattata potrebbe durare mesi o addirittura anni: molto spesso non è semplice venire a conoscenza del fatto che si ha l’infezione, perché in molti casi questa non dà sintomi, o vengono confusi con altre infezioni del tratto genitale che, in molti casi, vengono curate a casa in modo non adeguato.

Oltre ai rischi che corrono le donne in gravidanza e che abbiamo già elencato precedentemente, la tricomoniasi aumenta il rischio di contrarre altre malattie sessualmente trasmissibili (a causa dell’infezione già in atto che può rendere le difese immunitarie più basse), nonché l’HIV. Negli uomini, oltre ai rischi che abbiamo già visto, potrebbe portare anche all’infertilità.

Laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli studi di Pavia, ha svolto periodi di formazione in ospedali universitari della Comunidad altro…
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