Trieste, con un’innovativa tecnica mini-invasiva salvano un uomo di 85 anni da un aneurisma aortico

All’Ospedale di Cattinara i chirurghi vascolari hanno portato a termine con successo il primo intervento del nord-est Italia basato sull’innovativa tecnica mini-invasiva endovascolare. Attraverso una semplice puntura nelle arterie femorali sono risaliti fino al tratto dell’aorta addominale colpito dal rigonfiamento: qui hanno inserito una protesi e hanno salvato un paziente di 85 anni.
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Kevin Ben Alì Zinati 8 Settembre 2020
* ultima modifica il 23/09/2020

Con una semplice puntura hanno avuto accesso alle arterie femorali, hanno montato la protesi su un sistema tubulare e navigando nei vasi sanguigni hanno raggiunto l’aorta addominale: qui hanno piazzato la protesi e dopo 8 ore di intervento hanno salvato un 85enne colpito da un aneurisma di 10 centimetri. L’intervento si è servito di un’innovativa tecnica mini-invasiva endovascolare ed è stato portato a termine all’Ospedale di Cattinara, a Trieste: è il primo avvenuto nel nord-est Italia e tra i primi nel nostro Paese.

La storia

Nei giorni scorsi un paziente era arrivato all’Ospedale di Cattinara con un forte dolore nella zona addominale. Quando è stato sottoposto a tutti gli esami del caso, i medici hanno confermato i sospetti rilevando un aneurisma dell’aorta addominale sintomatico del diametro di circa 10 centimetri. Si tratta di un rigonfiamento di una parte del tratto addominale dell’aorta che con il tempo si indebolisce rischiando quindi la rottura. Se pensi che tendenzialmente si parla di dimensioni intorno ai 2 centimetri, capisci che il rischio di rottura dell’aneurisma e quindi di morte era molto alto.

L’età, la grandezza e la conformazione dell’aneurisma non avevano lasciato molto spazio di manovra ai medici che fin da subito hanno escluso un approccio chirurgico tradizionale in favore, invece, di un intervento per via mini-invasiva endovascolare. In sostanza l’idea prevedeva di introdurre una endoprotesi in grado di sostituire o comunque proteggere l’arteria dilatata, escludendo l’aneurisma dalla circolazione.

Di solito questo tipo di intervento richiede anche un accesso dal braccio sinistro, attraverso l’arteria omerale con un’incisione chirurgica ma il rischio di un ictus cerebrale – dal momento che bisogna attraversare le arterie che portano il sangue al cervello – era troppo alto. Così i chirurghi hanno optato per una tecnica innovativa, utilizzando solo l’accesso dalle arterie femorali.

L'intervento è stato tra i primi portati a termine in Italia, ha ridotto l’invalidità della procedura e avuto successo al 100%. Il paziente, infatti, dopo qualche ora in Terapia Intensiva, è già stato trasferito in reparto ed è pronto per tornare a casa.

Fonti | Ospedale di Cattinara 

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