Troppo sale nella tua dieta potrebbe favorire l’insorgenza dell’Alzheimer

Una ricerca condotta da un team di scienziati della Weill Cornell Medicine di New York sui topi ha scoperto che un eccessivo consumo di sale è associato a un rischio maggiore di deterioramento cognitivo influenzando la proteina tau, che è collegata all’insorgenza della malattia di Alzheimer.
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Federico Turrisi 23 Gennaio 2020
* ultima modifica il 30/10/2020

Se vuoi seguire un'alimentazione sana sicuramente ti sarà stato detto che è meglio evitare di consumare sale in grandi quantità. Quindi ti conviene non esagerare con le confezioni di patatine fritte o con gli affettati. Tra gli effetti più noti c'è l'irrigidimento delle pareti vascolari, che può dare l'inizio all'aterosclerosi. Ma da un nuovo studio, firmato dai ricercatori della Weill Cornell Medicine di New York, emerge che una dieta ricca di sale è associata anche con un rischio maggiore di insorgenza dell'Alzheimer.

Come sono arrivati a questa conclusione gli scienziati? L'ipotesi iniziale era che la ragione fosse collegata proprio all'irrigidimento delle pareti delle arterie causato dal sale, che poteva influenzare l'apporto di sangue alle cellule cerebrali. Gli esperti si sono però resi conto che la riduzione del flusso ematico non era tale da impedire il normale funzionamento del cervello. Effettuando dei test sui topi, hanno verificato che mangiare cibi troppo salati può influire negativamente sulla funzione cognitiva causando una carenza di ossido nitrico, che è fondamentale per una corretta vascolarizzazione del cervello. Quando i livelli di questa sostanza sono troppo bassi, si possono verificare cambiamenti chimici nella proteina tau, favorendo l’insorgenza della demenza.

Ciò accade perché quando la proteina tau diventa instabile fuoriesce dal citoscheletro e si accumula nel cervello, formando dei grovigli e dando quindi il via al declino cognitivo tipico della malattia di Alzheimer. Per confermare tale tesi, i ricercatori hanno somministrato ai topi una dieta ricca di sale, limitato il flusso sanguigno al cervello e stabilizzato la proteina tau con un anticorpo specifico. Nonostante il flusso ematico fosse stato limitato, è stata osservata un’attività cognitiva regolare nei roditori. Questo ha dimostrato che ciò che realmente incide sull’insorgenza della demenza è la formazione di depositi di proteina tau e non la mancanza di flusso sanguigno.

Fonte | "Dietary salt promotes cognitive impairment through tau phosphorylation" pubblicato su Nature il 23 ottobre 2019.

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