Quando si parla di farmaci mirati, significa che hanno un bersaglio predefinito da colpire. Se ad esempio vuoi abbattere un palazzo e punti all'albero che ha di fianco, forse provocherai qualche danno anche all'edificio, ma non sarai comunque riuscito nel tuo intento. E questo è più o meno il risultato che riescono a ottenere le terapie di supporto: lenire i sintomi, ma non annientare direttamente il nemico. Un problema che è riguarda anche e soprattutto l'infezione da SARS-Cov-2. Anche se uno studio pubblicato su Science, ad opera di ricercatori dell'Università Tsinghua di Pechino, potrebbe aver compiuto un importante passo avanti: è stato scoperto il target del remdesivir.
Il remdesivir è uno dei farmaci già utilizzati contro l'Ebola e che sta dando discreti risultati anche sui pazienti affetti da Covid-19, spesso in combinazione con altri medicinali. Viene somministrato off-label, cioè senza che vi sia una precisa indicazione al suo uso contro il nuovo virus.
Ora si è però capito come mai questo prodotti aiuti. Punta infatti all'enzima polimerasi nsp12, ovvero quello che permette RNA virale di replicarsi e infestare il tuo organismo. Non lo spegne del tutto, ma ha sicuramente trovato il pulsante da premere.
È ancora presto per abbandonarsi a facili entusiasmi, purtroppo. Oggi però sappiamo cosa colpire e dove devono essere dirette le molecole che compongono i farmaci. Un punto di partenza, dunque, per terapie future che siano finalmente efficaci non solo contro le manifestazioni della malattia, ma anche contro l'infezione stessa.
Fonte| "Structure of the RNA-dependent RNA polymerase from COVID-19 virus", pubblicato su Science il 10 aprile 2020