Tubercolosi, come si manifesta l’infezione e come si può curare

Ogni anno 10 milioni di persone si ammalano di tubercolosi. Questa grave infezione, principalmente polmonare, causa la morte di 1,5 milioni di persone nel mondo: la maggior parte vive in Paesi a basso reddito o ha già un sistema immunitario compromesso. Il quadro è drammatico, ma è una malattia che si può prevenire e soprattutto curare.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Valentina Rorato 27 Ottobre 2020
* ultima modifica il 19/11/2020

La tubercolosi è un’infezione batterica, potenzialmente fatale, che colpisce i polmoni. Si diffonde per via aerea, come le comuni infezioni respiratorie. Per fortuna si può curare e, soprattutto, si può prevenire. Scopriamo insieme come avviene il contagio e come si manifesta.

Che cos’è?

La tubercolosi è una malattia infettiva che colpisce principalmente i polmoni. I batteri responsabili di questa infezione si diffondono da una persona all'altra attraverso minuscole goccioline rilasciate nell'aria con colpi di tosse e starnuti. Proprio come avviene per il raffreddore, l’influenza stagionale o per il coronavirus.

Questa malattia ha iniziato a diffondersi nei paesi sviluppati a metà degli anni 80, quando ha fatto la sua comparsa l’HIV, il virus che causa l'AIDS. L'HIV indebolisce il sistema immunitario di una persona che quindi non è in grado di combattere i germi della tubercolosi. Questa coincidenza ha reso più evidente le infezioni da TB, anche perché molti ceppi sono risultati resistenti ai farmaci.

Si stima che circa un quarto della popolazione mondiale sia infettata da batteri della tubercolosi. Solo il 5-15% di queste persone si ammalerà di tubercolosi attiva. La maggior parte dei malati vive in paesi a basso e medio reddito, ma la TB è presente in tutto il mondo, con un'incidenza maggiore in Bangladesh, Cina, India, Indonesia, Nigeria, Pakistan, Filippine e Sud Africa.

I sintomi

I sintomi della tubercolosi vanno distinti in base alla forma di TB che contrai, perché la malattia può essere latente o attiva. Che cosa vuol dire? Se l’infezione è latente significa che i batteri nel tuo corpo sono in uno stato inattivo e dunque non causano sintomi. In questo caso non sei contagioso, ma la tubercolosi potrebbe attivarsi, di conseguenza è sempre meglio seguire un trattamento terapeutico. Si parla invece di tubercolosi attiva quando la persona si ammala con i seguenti sintomi:

  • Tosse che dura tre o più settimane
  • Sangue quando si tossisce
  • Dolore al petto o dolore con la respirazione o la tosse
  • Perdita di peso involontaria
  • Fatica
  • Febbre
  • Sudorazioni notturne
  • Brividi
  • Perdita di appetito

La tubercolosi può colpire anche altre parti del corpo, inclusi i reni, la colonna vertebrale o il cervello. Quando la tubercolosi si manifesta al di fuori dei polmoni, i segni e i sintomi variano a seconda degli organi coinvolti. Ad esempio, la tubercolosi della colonna vertebrale può causare mal di schiena e la tubercolosi dei reni potrebbe causare sangue nelle urine.

La causa

La tubercolosi è causata da batteri che si diffondono da persona a persona attraverso goccioline microscopiche rilasciate nell'aria. Il batterio responsabile è il Mycobacterium tuberculosis, chiamato comunemente Bacillo di Koch (dal nome del medico tedesco che lo scoprì). Sebbene la tubercolosi sia contagiosa, non è facile da contrarre, e soprattutto se curata può essere completamente debellata.

I fattori di rischio

Chiunque si può ammalare di tubercolosi, esistono però dei fattori di rischio , come avere il sistema immunitario compromesso o debole, magari a causa di una pregressa infezione o di una malattia cronica, come l’Hiv, il diabete, il cancro (e soprattutto se stai seguendo la chemioterapia), l’assunzione di farmaci per prevenire il rigetto degli organi trapiantanti, una malattia renale, seguire un trattamento per trattare l'artrite reumatoide, il morbo di Crohn e la psoriasi. Aumenta il rischio anche vivere o viaggiare in alcuni paesi, come l’Africa, l’America latina, le isole caraibiche, l’Asia, la Russia e l’Europa orientale, e vivere o lavorare a contatto con persone malate o potenzialmente infette.

La diagnosi

La diagnosi di tubercolosi deve essere formulata a seguito di un esame fisico. Il medico deve controllare i linfonodi e auscultare i polmoni. Lo strumento diagnostico più comunemente usato per la tubercolosi è un semplice test cutaneo: una piccola quantità di una sostanza chiamata PPD tubercolina viene iniettata appena sotto la pelle dell'interno dell'avambraccio. Dovresti sentire solo una leggera puntura d'ago.

Entro 48-72 ore, un operatore sanitario controllerà il tuo braccio per il gonfiore. Se appare una protuberanza rossa rigida e sollevata significa che è probabile che tu abbia un'infezione da tubercolosi. Ovviamente possono essere richiesti anche esami del sangue per verificare se hai una forma latente o attiva e una radiografia del torace o una TAC.

Se la radiografia del torace mostra segni di tubercolosi, il medico può prelevare campioni di espettorato, il muco che esce quando si tossisce. I campioni vengono testati per la TB.

La cura

La cura della tubercolosi è farmacologica e molto lunga. Per la tubercolosi attiva, devi assumere antibiotici per almeno sei-nove mesi (fino a un massimo di 34 mesi). I farmaci esatti e la durata del trattamento dipendono dall'età, dalla salute generale, dalla possibile resistenza e dalla localizzazione dell'infezione nel corpo. In caso di tubercolosi latente, la terapia è meno aggressiva.

Il vaccino

La tubercolosi è una malattia prevenibile. Esiste un vaccino, studiato ed efficace per la prevenzione di forme gravi infantili della malattia (meningite e altre forme di Tb disseminata nei neonati e nei bambini). È un vaccino vivo attenuato BCG  (bacillo di Calmette Guérin) ed è utilizzato spesso in bambini piccoli in Paesi con un’elevata incidenza di Tb. In Italia il vaccino è utilizzato solo in alcune categorie a rischio.

Fonte | Epicentro

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.