Il tumore al collo dell'utero è uno dei più frequenti nelle donne. Ecco perché è importante parlare di prevenzione e screening, soprattutto a partire dai 25 anni e, in generale, da quando hai avuto il tuo primo rapporto sessuale. Probabilmente avrai già sentito nominare questa patologia, ma proviamo a capire bene di cosa si tratta e soprattutto quali sono le cause che ne possono favorire l'insorgenza.
Questo tumore colpisce il collo del tuo utero, ovvero la parte inferiore dell'organo, dove si trova il collegamento diretto con la vagina. Prima di proseguire, è bene chiarire com'è fatto il rivestimento dell'utero, appunto. Si tratta di una membrana costituita da due tipi di cellule: squamose e ghiandolari. In base a quali vengono colpite, si può formare un tumore diverso.
Quello che “assale” la cervice uterina, è un tipo di cancro che si può prevenire e può essere curato facilmente se si interviene subito. Di norma, infatti, questo tipo di neoplasia progredisce in modo lento. In sostanza modifica, altera piano piano il Dna delle cellule che formano la mucosa di rivestimento al tuo utero, fino a che queste danno origine a una formazione che non dovrebbe esserci. Questa massa maligna va a costituire il carcinoma. Poiché impiega un po' di tempo prima di sfociare appunto nella patologia vera e propria, ci sono maggiori chance di “scovare” il cancro quando è ancora agli inizi e dunque di poter intervenire subito, aumentando le possibilità di guarigione.
Una delle cause più frequenti di tumore alla cervice dell'utero è l’infezione da Human Papilloma Virus (HPV), che rappresenta il fattore di rischio più importante e al quale dovrai prestare maggiore attenzione. La trasmissione avviene durante un rapporto sessuale e la parte più difficile è proprio prevenirla, soprattutto per chi ha una vita sessualmente attiva. Il problema infatti è che puoi venire contagiata anche se utilizzi il preservativo. Ma assieme all'Hpv, ci sono alcuni fattori che possono contribuire all'insorgere del problema:
Va detto inoltre che non tutti i ceppi di papilloma virus possono provocare un vero e proprio tumore. Quelli più pericolosi sono soprattutto il 16 e il 18, mentre altri possono dare origine a lesioni benigne che devono semplicemente essere tenute sotto controllo.
Ma come potresti accorgerti di avere un tumore alla cervice? È importante che tu sappia che, soprattutto all’inizio, non dà sintomi. Ecco perché è fondamentale sottoporsi allo screening di controllo con regolarità. Quando la neoplasia è in stadio più avanzato, una manifestazione tipica è il sanguinamento vaginale. Al quale si può aggiungere anche il dolore pelvico, quindi del basso ventre, e l’aumento delle secrezioni vaginali.
I test di screening ti verranno consigliati proprio per permetterti di scoprire il problema il prima possibile. Il più diffuso è il Pap-test, un semplice esame non doloroso che permette già di verificare se ci siano delle lesioni sospette. Quando l’esito è negativo non ti devi preoccupare, significa che va tutto bene.
Se il risultato dell’esame, invece, è positivo, sono due i test che ti possono essere consigliati: la ricerca del Dna virale del papillomavirus umano (Hpv) e la colposcopia, un esame molto semplice che usa una sorta di liquido di contrasto che “illuminerà” la parte del tuo corpo sospetta e in cui è necessario procedere con una biopsia. Solo dopo aver avuto l’esito dell’esame istologico, ossia l'analisi del campione prelevato, se il tumore è effettivamente presente, si potrà capire la stadiazione grazie agli esami di diagnostica per immagine:
Queste ulteriori indagini sono fondamentali anche per capire quanto sia esteso.
Se ti è stato diagnosticato il tumore sono tre i possibili approcci di cura, che possono anche essere utilizzati in contemporanea:
Se la malattia è localizzata in una sola area e non si è estesa altrove, si può rimuovere la porzione di tessuto colpita (conizzazione), senza per questo intaccare l’intero organo. Quando parliamo, invece, di isterectomia radicale è perché il tumore si è infiltrato negli strati più profondi e quindi la soluzione dell’asporto totale è quella più sicura in assoluto per la tua salute, da praticare soprattutto se non hai più intenzione di avere più figli. In questi casi, assieme al ginecologo, potrai decidere anche per l’asportazione delle ovaie e delle tube di Falloppio.
È importante che tu sappia che spesso le cure si sovrappongono per essere più incisive, come può accadere per chirurgia e radioterapia. Al termine di questo percorso potresti comunque riuscire a diventare madre, se lo desideri, purché tu abbia effettuato un trattamento di preservazione della fertilità. Come si dice in gergo comune, la chemioterapia è “l’ultima spiaggia”, ossia la cura più invasiva e che viene proposta solo quando il tumore è molto esteso.
Prevenire il tumore al collo dell'utero è, come ti abbiamo già ripetuto, molto importante. Sono più a rischio le persone che cambiano di frequente il proprio partner sessuale e in questi casi è bene prestare ancora più attenzione a tutte le buone abitudini che ti possono aiutare ad evitare o a intercettare subito la neoplasia.
Dal momento che il preservativo aiuta, ma non è sempre del tutto risolutivo, dovrai aver cura di sottoporti a controlli ginecologici regolari, eseguendo il pap-test almeno una volta ogni tre anni in quell'età compresa tra i 25 e i 70 anni. Può comunque essere una buona idea cominciare prima, se hai già avuto il primo rapporto sessuale.
Ma la vera arma che hai a disposizione contro il tumore alla cervice uterina è il vaccino. Questo farmaco è stato studiato apposta per contrastare i due ceppi più pericolosi di Hpv, il 16 e il 18 appunto, ma anche altri meno frequenti. Di solito viene consigliato alle bambine a partire dai 12 anni di età e diverse regioni lo hanno reso gratuito anche per ragazze e donne adulte.
Fonti| Fondazione Veronesi, Mater Domini