Tumore al colon-retto: trovata una proteina che può impedire la progressione

Si chiama WRN ed è la proteina responsabile della crescita del tumore di tipo MSI, che rappresenta il 10% di tutte le diagnosi di questo tipo. Una team internazionale guidato dall’Istituto Candiolo di Torino ha scoperto che, se viene disattivata, il cancro può regredire fino a morire.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 14 Ottobre 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

La lotta al tumore, oggi, si combatte soprattutto attraverso l'immunoterapia oppure puntando a disattivare proprio quelle armi che il nostro corpo, inconsapevolmente, gli fornisce. Ci stanno provando anche per una forma di cancro al colon-retto di tipo MSI, cioè dove è presente l’instabilità dei microsatelliti. La differenza rispetto a quelli con i satelliti stabili risiede nel Dna ed è un po' complicata da riassumere, ma a te interessa sapere soprattutto che il cancro di tipo MSI di solito risponde meglio alle cure e ha una prognosi migliore rispetto agli altri. Questo però non significa che sia possibile guarire. O meglio, non ancora, perché un team internazionale guidato da due ricercatori dell'Istituto Candiolo di Torino potrebbe aver trovato un modo per spegnere l'interruttore alla formazione maligna. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Nature.

A coordinare lo studio sono stati i professori Livio Trusolino e Andrea Bertotti, che hanno collaborato con il Sanger Institute di Cambridge. L'equipe è riuscita a identificare la proteina che permette a questa forma di tumore di svilupparsi: si chiama WRN e se viene disattivata, porta il cancro al colon-retto a una sofferenza che gli impedisce di continuare a progredire. "I tumori MSI sono caratterizzati da instabilità dei microsatelliti, piccole porzioni ripetute del DNA che iniziano a mutare se entrano in contatto con agenti cancerogeniha spiegato Trusolino, dirigente del Laboratorio di Oncologia Translazionale – Nei tumori MSI il DNA non è più in grado di riparare questi errori e genera proteine aberranti, responsabili della crescita del cancro".

Rappresenta il 10% di tutte le diagnosi di tumore al colon-retto

Una scoperta importante, dal momento che questa neoplasia rappresenta il 10% di tutte le diagnosi di tumore al colon-retto e si registrano 53mila nuovi casi solo in Italia. Per capire se l'ipotesi era corretta, si è dovuto ricorrere al metodo CRISPR/Cas9, che comunemente viene definito il taglia e incolla genetico: "Abbiamo notato che, quando la proteina WRN veniva disattivata, il tumore iniziava a regredire fino a morire, come capita nelle terapie di successo oggi utilizzate in clinica", ha aggiunto Trusolino.

Lo scopo, naturalmente, è quello di arrivare a una cura che possa permettere la totale guarigione da questo tumore. Al momento, però, si stanno ancora compiendo i primi passi e le prime sperimentazioni. Ma la strada sembra quella giusta.

Fonte| Ansa del 9 ottobre 2019

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.