Tumore al polmone: un nuovo farmaco colpisce la Mutazione RET e rallenta la progressione

Se prima si trattava un cancro in base alla zone in cui si sviluppava, ora si valuta soprattutto il suo Dna e un’eventuale mutazione genetica presente. Proprio su questo fronte agisce il farmaco Blu-667, che inibisce l’azione della Mutazione di RET e riduce la velocità di progressione del carcinoma. Al momento ha superato solo la prima fase di test, ma i risultati sono stati sorprendenti.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 4 Giugno 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Le cure e i trattamenti per i tumori stanno cambiando. Se prima si decideva una terapia in base alla zone in cui si sviluppava il carcinoma, ora si guarda al suo Dna e alle eventuali mutazioni genetiche che lo contraddistinguono. È quanto sta accadendo con successo per il tumore al pancreas, e che ora potrebbe diventare realtà anche per quello al polmone. Negli anni '80 uno dei più importanti ricercatori e oncologi italiani, Paolo Comoglio, aveva scoperto la mutazione RET e ora un farmaco è in fase di test allo Ieo (Istituto europeo di oncologia) di Milano: mira a colpire proprio quell'alterazione e al momento i risultati, presentati al Congresso della Società americana di Oncologia clinica, sono davvero promettenti.

La variazione di RET non caratterizza solo questa forma di cancro al polmoni, ma anche diverse altre neoplasie come quelle midollari e papillari della tiroide, del seno, del colon e nel melanoma. Se si riuscisse a sconfiggere la malattia partendo da questo indicatore, insomma, si potrebbe quindi spianare la strada anche per il trattamento di altre forme di tumori. Ma cosa determina questo gene alterato? Favorisce la proliferazione delle cellule maligne e quindi accelera la velocità di progressione della malattia. Il farmaco Blu-667 sembrerebbe in grado di inibirlo e annullare la sua azione.

Il 60% dei partecipanti ai test ha fatto registrare risultati visibili già dopo un anno

Al momento ha superato solo la prima fase di test, ma con successi sorprendenti: su 120 pazienti, pretrattati con inibitori dei checkpoint immunitari e chemioterapia e che hanno poi ricevuto 400 milligrammi al giorno del nuovo prodotto, il 60% ha risposto alla terapia e i risultati sono stati ben visibili già a distanza di un anno. Inoltre, solo il 7% ha mal tollerato la nuova medicina e ha dovuto abbandonare il programma. Il Blu-667 è stato accettato anche da pazienti con metastasi che avevano già raggiunto il cervello.

Numeri così importanti che la Food and Drug Administration, l'ente governativo americano che regola il commercio dei prodotti farmaceutici, ha concesso la "Breakthrough Therapy designation", un riconoscimento che attesta un sostanziale miglioramento rispetto ai trattamenti già utilizzati. “Abbiamo già chiesto di estendere la ricerca ad altri 100 pazienti ma poi faremo un grande studio globale su tutti i pazienti con tumori solidi che hanno una traslocazione Ret perché questo è un tipo di farmaco la cui approvazione deve basarsi non sull’origine del tumore ma sulla sua alterazione genetica”, assicura Giuseppe Curigliano, direttore Divisione nuovi farmaci dell’Istituto Europeo di Oncologia.

Fonte|"Clinical activity and tolerability of BLU-667, a highly potent and selective RET inhibitor, in patients (pts) with advanced RET-fusion+ non-small cell lung cancer (NSCLC)" pubblicato sul sito dell'American Society of Clinical Oncology il 3 giugno 2019

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.