Dalla chemioterapia ci si sta piano piano allontanando. Potrà sembrarti strano, ma è così, almeno per alcuni tipi di cancro. A breve potrebbe aggiungersi anche il tumore al seno. Secondo un nuovo studio internazionale infatti si potrebbe limitare il trattamento a una combinazione di ormonoterapia e terapia mirata, che si è rivelata di uguale efficacia e con minori effetti collaterali rispetto agli interventi utilizzati abitualmente. La ricerca è stata coordinata da due professori italiani: Mario Giuliano, dell'Università Federico II di Napoli, e Daniele Generali, dell'Università di Trieste e potrebbe permettere a circa 24mila donne con un carcinoma metastatico alla mammella, positivo per i recettori ormonali e Her2 negativo, di evitare cure dall'elevata tossicità.
Una dizione così lunga ti farà pensare a una sottocategoria di una sottocategoria, ma si parla invece del 65% di tutti i casi di tumore al seno con metastasi. Il risultato proviene da un'analisi di 140 studi già esistenti, per un totale di oltre 50mila pazienti coinvolti, tutti in postmenopausa. A quanto sembra il mix di ormonoterapia, sempre consigliata anche in abbinamento a un normale ciclo di chemio, e di nuovi farmaci a bersaglio molecolari, chiamati inibitori di Cdk4/6 è in grado di raddoppiare le possibilità di sopravvivenza livera da progressione. Insomma, ancora meglio dei trattamenti impiegati oggi.
Meno effetti collaterali e maggiore efficacia, fanno sì che la tua qualità di vita subisca una vera e propria impennata. Ma perché vengano confermati questi riscontri saranno necessari ulteriori studi e trial. La ricerca guarda sempre più nella direzione di opzioni terapeutiche innovative, che permettano un giorno di non dover più ricorrere a cure così pesanti, come la chemioterapia.
Fonte| "Endocrine treatment versus chemotherapy in postmenopausal women with hormone receptor-positive, HER2-negative, metastatic breast cancer: a systematic review and network meta-analysis" pubblicato su The Lancet Oncology il 4 settembre 2019