L'esame definitivo per scoprire se quella macchia sospetta sia effettivamente un tumore è la biopsia. Un esame piuttosto invasivo, che consiste in un prelievo della massa anomala per analizzarla meglio in laboratorio. A volte però, come nel caso del cancro alla prostata, può capitare che questo accertamento venga ripetuto più di una volta. Uno stress maggiore per il paziente che sta già attraversando un momento piuttosto delicato e pieno di incertezze e preoccupazioni. Per questa ragione, un nuovo studio britannico potrebbe migliorare, almeno in parte, la vita di chi sta aspettando una diagnosi: un'analisi delle urine potrebbe essere sufficiente per accertare la presenza della neoplasia e determinare quanto sia aggressiva.
Si chiama Prostate Urine Risk (PUR) e sembra sia in grado di individuare la formazione maligna fino a 5 anni prima rispetto a tutti gli altri metodi diagnostici. Per formularlo, il team di ricerca ha analizzato campioni di urina provenienti da 535 uomini e ha isolato 167 diversi geni. Tra questi, hanno trovato una combinazione di 35 elementi che possono essere considerati dei biomarcatori per il tumore. E sono esattamente quelli che il nuovo test dovrà cercare.
Questo esame, però, non permette solo di capire se hai sviluppato un tumore alla prostata oppure no, ma anche di dividere i pazienti in gruppi e assegnare a ciascuno di loro lo specifico grado di gravità. Permetterà quindi di decidere subito se una persona abbia bisogno di ulteriori accertamenti o di iniziare subito una terapia mirata.
Va detto che, pur essendo una delle forme di cancro più diffuse tra gli uomini, le possibilità di sopravvivenza sono per fortuna piuttosto elevate e in alcuni casi si aggirano addirittura attorno al 98%. Ma proprio per questa ragione, devi ricordare che i risultati possono essere ancora migliori se si agisce subito. Un test di questo tipo, piuttosto rapido da effettuare per il paziente, potrebbe davvero ridurre parte dello stress e accorciare i tempi di diagnosi e intervento.
Fonte| "A four‐group urine risk classifier for predicting outcomes in patients with prostate cancer" pubblicato su BJU International il 20 maggio 2019