Tumore alla prostata, la terapia radiorecettoriale migliora la sopravvivenza e la qualità di vita nei pazienti

Lo Ieo di Milano sta mettendo a punto una nuova terapia di cura del tumore alla prostata in fase avanzata. Si tratta di un radiofarmaco, a base di Lutezio-177, in grado di distruggere le cellule tumorali. Da gennaio iniziano le prime somministrazioni su pazienti selezionati.
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Valentina Rorato 10 Gennaio 2022
* ultima modifica il 10/01/2022

Il tumore alla prostata in stadio avanzato ha tassi di sopravvivenza migliori se viene trattato con la terapia radiorecettoriale. Lo dimostrano i  dati della Medicina Nucleare dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO), che da gennaio recluterà i pazienti candidabili al trattamento, anche all’interno di un nuovo studio clinico.

Terapia radiorecettoriale

Come funziona la terapia radiorecettoriale? Il principio di azione sta nelle proprietà del PSMA (Antigene Prostatico Specifico di Membrana), una proteina che si trova a livelli elevati in oltre il 95% dei tumori della prostata e che è individuata da specifici radiofarmaci legati ad un metallo raro, il Gallio. Le molecole di Gallio sono state dotate di una lieve carica radioattiva. In questo modo si ottiene un tracciante, rilevabile dall’esame PET, in grado di individuare le cellule che contengono il PSMA, segnalando la presenza del tumore in tutte le sue sedi.

Questo è stato il principio di funzionamento della PET con PSMA, che ha dimostrato maggiore sensibilità e accuratezza, rispetto alle tecniche convenzionali (TC o scintigrafia ossea), nel localizzare e soprattutto nello “stadiare” il tumore. L’avanzamento della terapia consiste nel sostituire il Gallio con un altro isotopo radioattivo, il Lutezio-177, ottenendo così un radiofarmaco con funzione terapeutica: una volta posizionato sulla cellula tumorale, il radioisotopo rilascia la carica radioattiva ai tessuti circostanti in un raggio di pochi millimetri, distruggendo le cellule tumorali.

Francesco Ceci, Direttore della Medicina Nucleare IEO e uno dei massimi esperti internazionali nel settore, ha spiegato: “La terapia radiorecettoriale rappresenta la più promettente innovazione degli ultimi 10 anni per la cura dei carcinomi prostatici avanzati”. E ha aggiunto:  “I benefici del trattamento con Lutezio PSMA sono molto significativi in termini di durata e di qualità della vita. La terapia recettoriale è estremamente mirata sul bersaglio tumorale, per cui i suoi effetti collaterali sull’organismo sono più lievi rispetto alle terapie tradizionali e transitori. Per questo siamo felici di poter offrire ai nostri pazienti questa possibilità. Fino ad oggi sono stati trattati pazienti che già avevano sperimentato due linee, ormonoterapia e chemioterapia, ma nel nuovo studio clinico recluteremo pazienti non ancora sottoposti a chemioterapia, con l’obiettivo di dimostrare che la terapia recettoriale può essere una valida alternativa ai trattamenti farmacologici tradizionali”.

Fonte  | Comunicato Stampa Ieo

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