Tumore all’ovaio: scoperto il meccanismo che ne accelera la crescita

Un tumore meno diffuso rispetto, ad esempio, a quello al seno, ma le cui probabilità di sopravvivenza sono purtroppo molto più basse. La ricerca quindi non si ferma e ora è stato compiuto un nuovo importante passo, proprio in un istituto italiano.
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Giulia Dallagiovanna 16 Agosto 2019
* ultima modifica il 04/08/2020

Del tumore alle ovaie non se ne parla poi molto, eppure è una patologia che può rivelarsi davvero pericolosa. Per fortuna, i casi sono abbastanza rari: secondo i dati dell'Airc (l'Associazione italiana per la ricerca contro il cancro), rischia di venire colpita una donna ogni 74, quasi nove volte di meno rispetto alle probabilità di sviluppare un cancro al seno. Questo però non significa che ci si possa permettere di sottovalutare il problema, anzi. Anche perché c'è un dato piuttosto negativo da tenere in considerazione: il tasso di sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è pari solo al 38%, mentre per il carcinoma alla mammella si supera l'85%. Per tutte queste ragioni, la ricerca non si ferma e un nuovo importante passo è stato compiuto proprio in Italia, all'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma: è stato scoperto un meccanismo che ne accelera la progressione.

Si tratta di tre proteine, i cui nomi non ti diranno nulla: beta-arrestina, p53 e YAP. Eppure è proprio l'interazione che si attiva tra di loro a favorire la crescita della massa tumorale nelle ovaie. Spesso infatti questo tipo di cancro presenta la mutazione della particella p53 ed è proprio questa la caratteristica che contraddistingue le forme più aggressive. Ma quello che hanno notato gli autori dello studio è stato che, una volta alterata, la proteina si lega a YAP, considerata una sorta di interruttore del cancro. Alla fine, si aggiunge anche la beta-arrestina e si viene a creare un connubio che rende la neoplasia inattaccabile dalla chemioterapia e da tutti gli altri tipi di cure che vengono tentati.

Si crea un legame fra tre proteine che impedisce al tuo corpo di rispondere ai trattamenti

Più nel dettaglio, questo pericoloso tris è in grado di comunicare alle altre cellule maligne di ignorare il cisplatino, il farmaco che viene utilizzato nei cicli di chemioterapia mirati contro il carcinoma alle ovaie. Insomma, questa triade ordina al tuo corpo di non rispondere ai trattamenti.

Ora che il meccanismo è chiaro, si conosce anche la direzione lungo la quale proseguire per individuare nuove e più efficaci strategie di contrasto a una patologia così grave e per la quale vengono diagnosticati più di 5mila nuovi casi ogni anno.

Fonte| "β-arrestin1/YAP/mutant p53 complexes orchestrate the endothelin A receptor signaling in high-grade serous ovarian cancer" pubblicato su Nature Communication, il 19 luglio 2019

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