Tumore colon-retto, l’immunoterapia potrebbe prevenire le metastasi al fegato

Un nuovo studio dei ricercatori del San Raffaele di Milano ha dimostrato che una nuova strategia immunoterapeutica per prevenire le metastasi al fegato da tumore al colon-retto.
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Valentina Rorato 31 Ottobre 2022
* ultima modifica il 31/10/2022

Un nuovo approccio terapeutico potrebbe prevenire le metastasi al fegato da tumore del colon-retto. La scoperta è di un gruppo di ricercatori dell'Irccs Ospedale San Raffaele che ha descritto per la prima volta un innovativo metodo immunoterapeutico peri-operatorio (prima e durante l'intervento) con interferone alfa. I risultati sono stati pubblicati su eLIFE e la ricerca è stata possibile grazie anche al contributo di Airc. Questa novità pone le basi per nuove terapie per quella che è una delle neoplasie a più elevata incidenza nel mondo e solo in Italia è al secondo posto nella popolazione maschile e femminile per incidenza e mortalità

Lo studio

I ricercatori hanno somministrato interferone alfa a basse dosi, a modelli murini, appena prima e durante l'intervento chirurgico per la rimozione del tumore del colon-retto. In seguito alla somministrazione, gli studiosi hanno osservato che il farmaco è stato in grado di stimolare le cellule endoteliali del fegato a costruire una barriera vascolare, capace di limitare l'ingresso delle cellule tumorali nell'organo e, prevenendo quindi la formazione di metastasi.

Al momento, però, la somministrazione per via sistemica a dosi relativamente elevate ha mostrato un'efficacia limitata, principalmente a causa di gravi effetti collaterali in tutto l'organismo. Per questo motivo, nel nuovo approccio da un lato il farmaco è utilizzato a basse dosi, dall'altro è somministrato in fase peri-operatoria, un momento critico nella disseminazione metastatica delle cellule tumorali.

"In questo modo l'interferone, rilasciato in maniera continua, prima e dopo l'intervento, è in grado di stimolare le cellule endoteliali del fegato e orchestrare le sue molteplici funzioni anti-tumorali, evitando gli effetti tossici della somministrazione ad alte dosi", ha dichiarato il responsabile dell’Unità di Epatologia Sperimentale, Giovanni Sitia. "I risultati forniscono, a livello preclinico, una prova incoraggiante dell'efficacia e sicurezza della strategia. È necessario valutare con ulteriori studi quali pazienti con tumori primitivi del colon-retto potrebbero meglio beneficiare di questa terapia peri-operatoria e preparare la sperimentazione clinica che potrebbe cominciare tra qualche anno".

Fonte | Comunicato Stampa Airc; Ospedale San Raffaele

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