C’è una nuova potenziale opzione terapeutica per i pazienti affetti da un tumore del rene con metastasi. Si tratta della combinazione di due farmaci già noti e utilizzati come monoterapie di seconda linea. Secondo i risultati dello studio 3 CheckMate 9ER, l’unione di nivolumab e cabozantinib sarebbero infatti in grado di aumentare la sopravvivenza libera dalla progressione della malattia e di migliorare anche la risposta dell’organismo del paziente alla terapia. I benefici sarebbe così importanti che, secondo i ricercatori della Harvard Medical School che hanno condotto lo studio, la nuova terapia è confrontabile al farmaco “standard”, ovvero il subitinib. Gli autori hanno descritto i risultati durante il convegno della Società Europea di Oncologia Medica.
La coorte di pazienti includeva persone con carcinoma renale in stadio avanzato o metastatico non trattato. E sono stati divisi in due bracci: 323 hanno ricevuto la combinazione di nivolumab (in dosi da 240 milligrammi per via endovenosa ogni 2 settimane) e di cabozantinib (40milligrammi al giorno per via orale), agli altri 328 invece è stata somministrata la terapia standard a base di sunitinib, in 50mg al giorno per via orale in un ciclo di 4 settimane. Il trattamento è proseguito fino alla progressione della malattia o finché i pazienti non avessero sviluppato una tossicità inaccettabile alla terapia.
Dai risultati sarebbe emersa una sopravvivenza libera dalla malattia di 16,6 mesi per i pazienti trattati con nivolumab e cabozantinib contro gli 8,3 mesi per quelli invece con sunitinib. Secondo gli autori la combinazione dei due farmaci avrebbe dunque ridotto il rischio di progressione o di morte quasi del 50%. Ma sarebbe aumentato anche il tasso di risposta ai trattamenti: oltre la metà dei pazienti che prendevano i due farmaci hanno dovuto ridurre la dose di cabozantinib per effetti collaterali, ma solo il 3% ha dovuto interrompere la somministrazione di entrambi per un’elevata tossicità, tra quelli trattati con solo il sunitinib, invece, addirittura il 9% ha dovuto interrompere la cura. I ricercatori suggeriscono quindi che la nuova terapia potrebbe essere presa in considerazione come strada parallela alla cura standard.
Fonte | "The combination of Nivolumab and Cabozantinib provides a new first-line treatment option in advanced clear cell rcc" presentata il 19 settembre 2020 durante il convegno online della Società Europea di Oncologia Medica