Tumore dell’esofago: una nuova tecnica endoscopica elimina le lesioni prevenendo l’insorgenza della malattia

Gli esperti del Policlinico Gemelli di Roma hanno messo a punto una nuova tecnica, sfruttata con successo per la prima volta in Italia, che permette di utilizzare una normale gastroscopia per eliminare in anticipo le aree di displasia, quella lesione a livello dell’esofago causata da un reflusso gastro-esofageo trascurato.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 15 Marzo 2023
* ultima modifica il 15/03/2023

Tra l’esofago di Barrett e l’insorgenza di una forma di tumore esofageo ora c’è una nuova tecnica di crioablazione endoscopica. Un approccio innovativo, sperimentato con successo per la prima volta in Italia al Policlinico Gemelli di Roma, che permette di sfruttare una normale gastroscopia per eliminare in anticipo le aree di displasia, quella lesione a livello dell’esofago causata da un reflusso gastro-esofageo trascurato. Ma andiamo con ordine.

La metodica sviluppata all’ospedale romano apre importanti scenari nella lotta ai tumori. Considera, infatti, che l’esofago di Barrett, ovvero la trasformazione del normale rivestimento dell’esofago in un epitelio di tipo intestinale, si verifica in conseguenza a un danno cronico come quello indotto dal reflusso gastro-esofageo.

Il “Barrett” è una patologia assai diffusa, colpisce fino a un adulto su 5, e in soggetti predisposti o che non seguono un’adeguata terapia può peggiorare fino all’insorgenza di una “displasia”. Si tratta di una condizione anomala che può ulteriormente evolvere verso un adenocarcinoma esofageo, una forma di tumore.

L’endoscopia, in questi casi, rappresenta lo strumento decisivo. Se non ne hai mai sentito parlare, devi sapere che è una tecnica diagnostica che permette indagare e valutare dall’interno alcuni organi e verificare l’eventuale presenza di alterazioni o lesioni.

Attraverso strumenti  – gli endoscopi – costituiti da un minuscolo tubo flessibile con una telecamera montata all’estremità che permette di trasmettere immagini, appunto, dall’interno del nostro copro. Uno degli esami effettuati con questa metodica è la gastroscopia.

Nel caso dell’esofago di Barrett, la tecnica endoscopica è fondamentale per la diagnosi, per la tipizzazione istologica ma per il trattamento dell’eventuale displasia: in questo modo mininvasivo i chirurghi sono infatti in grado di arrestarne la potenziale evoluzione verso il tumore.

Partendo da queste basi, gli esperti del Gemelli di Roma hanno dunque sviluppato una nuova tecnica di crioablazione endoscopica per trattare le displasie direttamente nel corso di una normale gastroscopia. Funziona così: attraverso l’endoscopio, uno catetere con un palloncino che eroga protossido di azoto liquido in forma gassosa, si creano dei cristalli di ghiaccio all’interno delle cellule andando così a ischemizzare e quindi eliminare il tessuto patologico.

Il professor Cristiano Spada, Direttore della UOC Endoscopia Digestiva Chirurgica, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Photo credit: Policlinico Gemelli di Roma.

Non tutti coloro che soffrono di esofago di Barrett hanno bisogno di un trattamento di questo tipo: perciò, hanno scritto gli esperti del Gemelli, è importante monitorare nel tempo l’andamento delle lesioni, sottoponendo il paziente a un’adeguata e completa terapia medica per la malattia da reflusso esofageo.

“È fondamentale dunque un’accurata valutazione specialistica preliminare per personalizzare il trattamento su misura del singolo paziente, scegliendo quello migliore per la sua condizione” ha spiegato il professor Cristiano Spada, Direttore della UOC Endoscopia Digestiva Chirurgica, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Professore Ordinario di Gastroenterologia, Università Cattolica, campus di Roma.

Fonte | Policlinico Gemelli di Roma

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.