Tuo figlio va male a scuola? Tra i possibili responsabili c’è anche l’inquinamento atmosferico

Uno studio realizzato da un team dell’Università dello Utah ha notato un’associazione tra l’esposizione a picchi di particolato fine, ovvero le piccolissime particelle che inquinano l’aria, e dei risultati insufficienti ottenuti nei testi di matematica e inglese. La ricerca ha preso in esame i bambini di terza elementare, ma è l’ennesima prova di come l’inquinamento atmosferico possa danneggiare anche il cervello.
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Alessandro Bai 9 Dicembre 2020
* ultima modifica il 02/01/2021

Tuo figlio rientra a casa e, dopo aver tergiversato qualche minuto, ti annuncia un brutto voto in matematica. Magari non è particolarmente bravo con i numeri, o forse ha studiato poco. Magari, invece, vivete in un luogo troppo inquinato.

Il collegamento non ti sembrerà immediato, eppure c’è: secondo un nuovo studio realizzato da un team dell’Università dello Utah, infatti, l’esposizione frequente all’inquinamento atmosferico avrebbe tra gli effetti anche quello di condizionare in negativo le performance scolastiche dei ragazzi.

Questo almeno è quanto i ricercatori hanno osservato su un gruppo di studenti residenti a Salt Lake City, che frequentavano l’equivalente della nostra terza elementare in diverse scuole della città. Come mostrano i risultati, che sono stati pubblicati sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, gli alunni iscritti a istituti situati in zone caratterizzate da picchi di inquinamento dell’aria tendevano più spesso a ottenere risultati sotto la media nei test di matematica e inglese.

Gli effetti del particolato fine sugli studenti

L'inquinamento atmosferico di cui parlano i ricercatori dell'Università dello Utah è, nello specifico, quello causato dal particolato fine, ovvero da particelle piccolissime, con un diametro inferiore a 2,5 micron, motivo per cui è chiamato anche PM2,5.

Ai fini dello studio sono stati considerati studenti di 8 anni che frequentavano il third grade, che equivale alla nostra terza elementare, in 156 scuole pubbliche di Salt Lake City, una delle peggiori città degli Stati Uniti in termini di qualità dell'aria. In particolare, poi, la ricerca si è soffermata su quegli alunni che hanno ottenuto risultati sotto le aspettative nei test di matematica e English Language Arts, che include prove volte a testare le capacità di scrittura, ascolto, parlato e lettura in lingua inglese.

Che l'inquinamento atmosferico potesse far male non solo ai polmoni, peraltro, non era totalmente una novità. "Ci sono molti studi che mostrano come l'aria inquinata danneggi i processi cognitivi di elaborazione", ha spiegato la coautrice della ricerca Sara Grineski. È proprio da qui, dunque, che il team di studiosi è partito per capire se anche il rendimento scolastico potesse in qualche modo essere influenzato dalla presenza di particolato fine.

Il sospetto è stato confermato quando, dopo aver considerato anche altre variabili che potevano ripercuotersi sui risultati dei test (ad esempio le condizioni socio-economiche delle famiglie), i ricercatori hanno notato come molti tra gli studenti più spesso esposti a picchi di inquinamento dell'aria avessero ottenuto voti al di sotto della sufficienza negli esami.

Secondo Casey Mullen, autore principale dello studio, è ormai noto che "l'inquinamento atmosferico è associato all'infiammazione delle cellule cerebrali, e tenendo presente questo aspetto le future ricerche dovrebbero cercare di capire se l'esposizione ripetuta a picchi di particolato fine possa danneggiare la funzionalità del cervello dei bambini più di un'esposizione cronica".

Fonte| Effects of PM2.5 on Third Grade Students’ Proficiency in Math and English Language Arts pubblicato su International Journal of Environmental Research and Public Health il 22 settembre 2020

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