Un attacco lungo 20 anni: i tumori e le malattie correlati all’11 settembre hanno fatto più vittime degli attacchi stessi

Secondo il rapporto stilato dalla Commissione che elargisce sostegni finanziari alle vittime degli attentati, in 20 anni quasi 27.250 soccorritori e quasi 6.200 sopravvissuti hanno accusato rinosinusite cronica, oltre 30mila persone hanno riferito di una malattia da reflusso gastroesofageo e quasi 25mila hanno sviluppato un cancro. Senza dimenticare tutti i problemi di ansia, disturbo da stress post-traumatico e depressione.
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Kevin Ben Alì Zinati 11 Settembre 2021
* ultima modifica il 11/09/2021

L’11 settembre 2001 non è finito l’11 settembre 2001. L’eredità, il peso, le conseguenze dell’attentato terroristico al World Trade Center di New York durano ancora oggi. Specialmente dal punto di vista sanitario.

Asma e apnee notturne ma anche malattie respiratorie croniche e dell’apparato gastroesofageo. Senza dimenticare ansia, depressione e problemi di salute mentale. E il cancro.

Sono solo alcune delle condizioni di cui, a 20 anni di distanza, soffrono le cosiddette “vittime collaterali” degli attacchi alle Twin Towers. Ovvero coloro che in questi due decenni hanno accusato i danni provocati dalle esalazioni, le polveri e il contatto con tutti i materiali provocati dagli incendi, dalle esplosioni e dai crolli delle Torri.

Nel “20th Anniversary Special Report”, la Commissione che elargisce sostegni finanziari alle vittime degli attentati ha dipinto, in questo senso, un quadro pesante in cui il numero delle persone morte a causa di tumori o altre malattie correlate all’attentato sarebbe di gran lunga maggiore rispetto a quelle “dirette” dovute all’impatto degli aerei nelle Torri e al loro crollo.

Ben 2.974 persone morirono negli attacchi al World Trade Center, al Pentagono e nell'incidente aereo deviato della Pennsylvania. Più di 400 di questi erano vigili del fuoco e agenti di polizia di New York.

La successiva legge "Never Forget the Heroes” ha poi stabilito che venissero forniti fondi anche ai sopravvissuti degli attacchi, a coloro che hanno perso un membro della famiglia, hanno lavorato tra i detriti o che si trovavano vicino a Ground Zero.

A giugno 2021 erano più di 81mila i soccorritori iscritti al programma e quasi 30.600 i sopravvissuti cui sono state forniti monitoraggio sanitario e cure mediche. Secondo il rapporto, il 48% dei sopravvissuti avrebbe sviluppato un cancro: secondo le stime si tratterebbe di più di 14mila soccorritori e quasi 10mila sopravvissuti.

Una delle conseguenze altrettanto diffuse, poi, sarebbe la rinosinusite cronica, una condizione che colpisce i seni, che avrebbe colpito quasi 27.250 soccorritori e quasi 6.200 sopravvissuti. Oltre 24.900 e quasi 5.200 di questi hanno riferito una malattia da reflusso gastroesofageo, un problema che colpisce il rivestimento dello stomaco.

Oltre a queste, anche la broncopneumopatia cronica ostruttiva (la BPCO) viene riportata spesso tra le malattie correlate all’11 settembre, così come i problemi legati salute mentale. Oltre 12.500 soffrirebbero di disturbo da stress post-traumatico, quasi 3.500 di ansia e quasi 3.400 hanno sperimentato un disturbo depressivo maggiore.

Secondo il rapporto, il 79% delle richieste che venivano somministrate erano poi state approvate. Il totale dei fondi erogati supererebbe gli 8,9 miliardi di dollari in premi per un totale di oltre 40mila persone. Ancora nel 2021, a 20 anni di distanza, sono state quasi 4.700 le richieste presentate dai sopravvissuti.

“Nei decenni successivi all'11 settembre, decine di migliaia di soccorritori e sopravvissuti si sono ammalati o sono morti a causa della loro esposizione. Mentre celebriamo il 20° anniversario degli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001, è importante riconoscere che la tragedia di quel giorno continua” ha scritto nel rapporto Merrick Garland, il procuratore generale degli Stati Uniti.

Fonte | September 11th Victim Compensation Fund

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