Un cuore troppo debole per una gravidanza: una donna dà alla luce una bimba grazie a un organo 3D

Tamara, 34 anni, era affetta da una malformazione cardiaca che non le avrebbe permesso di portare a termine una gravidanza. Ma lei non si è arresa e assieme a un’equipe multidisciplinare dell’Ospedale Niguarda di Milano è riuscita a dare alla luce una bimba. Il segreto? Una copia perfetta del suo cuore, in 3D.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Giulia Dallagiovanna 8 Aprile 2022
* ultima modifica il 08/04/2022

Capita a più donne di quante pensiamo: avere difficoltà a rimanere incinte e portare a termine una gravidanza. Per chi desidera un figlio, è motivo di sofferenza e a volte anche di crisi di coppia. Le cause di questi problemi possono essere diverse, nel caso di Tamara, 34 anni, era una malformazione cardiaca che veniva ritenuta incompatibile con la possibilità di dare alla luce un bambino. Lei, però, ha deciso di non arrendersi. E all'Ospedale Niguarda di Milano hanno lottato assieme a lei per farsì che questa storia avesse un lieto fine. Il lieto fine è una bimba di qualche settimana, in buona salute.

Dall'azienda sanitaria hanno fatto sapere che si è trattato di uno dei casi più delicati seguiti dal centro dedicato proprio alle cardiopatie in gravidanza. L'equipe multidisciplinare ha dovuto intervenire sulla paziente, operandola al cuore durante i mesi della gestazione. E per essere certi che nulla andasse storto nel corso di questa procedura delicatissima, si sono allenati su un cuore stampato in 3D. Il problema di Tamara si chiama trasposizione delle grandi arterie e fa sì che l'aorta e l'arteria polmonare siano invertite, dando origine a una strana anatomia. "Anche qui a Niguarda ci è sembrato un caso ad alto rischio – afferma il cardiologo pediatrico Giuseppe Annoni – ma abbiamo voluto tentare con un intervento che da un lato andasse a ‘rinforzare il cuore' per permettere all'organo di sostenere l'affaticamento della gravidanza, e che dall'altro limitasse i possibili danni per il feto, visto che la procedura di posizionamento del device per allargare la stenosi cardiaca era radio-guidata e questo avrebbe esposto il feto a un irraggiamento consistente con i raggi X".

Tamara è affetta da trasposizione delle grandi arterie, per cui l'aorta a la polmonare sono invertite

Il modello in 3D sul quale hanno potuto esercitarsi era una replica esatta del cuore della paziente. È stato progettato grazie a un lavoro congiunto fra gli specialisti Cardio Niguarda, i fisici sanitari dello stesso ospedale milanese e gli ingegneri del ‘3D 4Med Printing Clinical Lab' del Policlinico San Matteo di Pavia, che hanno realizzato il modello tridimensionale sulla base delle immagini anatomiche messe a disposizione dagli esperti di risonanza magnetica cardiaca di Niguarda.

Così, i chirurghi hanno potuto imparare a memoria ogni singolo gesto, ogni singolo passaggio e capire subito quale fosse la strumentazione più adatta da portare poi in sala. "L’intervento è stato effettuato alla sedicesima settimana di gravidanza e le prove ci hanno condotto a optare per l’utilizzo di un catetere che inserito dall’arteria femorale ha rilasciato un pallone nel punto della stenosi cardiaca da trattare – spiega Jacopo Oreglia, Responsabile dell’Emodinamica e Cardiologia Interventistica. – Le prove fatte ci hanno consentito di velocizzare la procedura e sono bastati poco più di 30 minuti di irraggiamento per il sistema di navigazione a raggi X, utilizzato peraltro al minimo della potenza, in modo da limitare i rischi per la bambina".

Grazie a questo intervento, Tamara è riuscita ad arrivare fino alla 31esima settimana di gestazione, quella fissata dai ginecologi e dai neonatologi che la seguivano per passare al parto cesareo. Dopo qualche settimana di degenza e un breve ricovero in terapia intensiva neonatale, mamma e bimba sono tornate a casa. E oggi c'è una nuova vita che è venuta al mondo grazie alla determinazione e alla tenacia di una donna.

Fonte| Ospedale Niguarda

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.