Un elettrostimolatore per migliorare gli effetti della Corea di Huntington: a Brindisi l’intervento record

Per la prima volta in Italia i medici dell’Ospedale Perrino di Brindisi hanno impiantato un neurostimolatore su una ragazza di appena 20 anni affetta dalla malattia di Huntington: il dispositivo aiuterà a stabilizzare gli effetti della rara patologie neurodegenerativa che provoca movimenti coreici involontari, disturbi psichiatrici e del comportamento e demenza.
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Kevin Ben Alì Zinati 13 Settembre 2021
* ultima modifica il 13/09/2021

Record e primati non gonfiano soltanto le statistiche ma rappresentano i passi in avanti che, in qualsiasi ambito, compiamo verso ciò che prima si riteneva impossibile.

Quello centrato dall’ospedale Perrino di Brindisi alza l’asticella nel campo della medicina e in particolare nel trattamento di una rara malattia neurodegenerativa del sistema nervoso centrale: la corea di Huntington.

Per la prima volta in Italia, infatti, sono stati impiegati degli elettrostimolatori impiantati direttamente nel cervello per ridurre i fenomeni distonici causati dalla malattia.

Il nuovo e innovativo neurostimolatore per la stimolazione cerebrale profonda, già impiegato per il trattamento del Parkinson, è stato applicato su una giovane ragazza di appena 20 anni affetta dalla Huntington.

Il risultato è stato un successo perché il sistema ha permesso di registrare l’attività dell’area del cervello permettendo ai medici di ottimizzare la terapia e la programmazione dello stimolatore stabilizzando così gli effetti della malattia.

La malattia di Huntington, che ha un’incidenza di quasi 1 caso su 20mila persone e ha un esordio tipico tra i 30 e i 50 anni, provoca infatti dei movimenti coreici involontari, ripetitivi e irregolari oltre a disturbi psichiatrici e del comportamento che sfociano poi nella demenza.

Per provare a “gestirli”, i medici hanno dunque deciso di ampliare l’impiego dell’elettrostimolatore anche per il trattamento di questi rara patologia.

Il dispositivo eroga corrente elettrica e impulsi nella corteccia cerebrale motoria: attraverso un casco metallico posizionato sulla testa della paziente hanno così effettuato dei fori nel cranio da qui sono stati inseriti gli aghi dell’elettrostimolatore.

Il neurostimolatore rileva in diretta l’attività dei neuroni cerebrali e registra un monitoraggio continuo degli eventi cerebrali. Combinando la registrazione e il tracciamento di quest’attività con lo stato clinico della ragazza e con eventuali effetti collaterali legati ai trattamenti con farmaci, i medici hanno quindi potuto evitare le fluttuazioni giornaliere tipiche della Corea di Huntington migliorando dunque i sintomi della malattia.

Fonte | Asl Brindisi

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