Un esame del sangue scopre l’Alzheimer con una precisione del 90%. Quali altre malattie si possono scovare da un semplice prelievo?

Un nuovo esame del sangue, che combina l’analisi combinata di due forme di proteina tau 217 e di beta amiloide, si è dimostrato in grado di diagnosticare la perdita di memoria legata all’Alzheimer con un’accuratezza del 90%. Ma non è l’unico caso in cui un prelievo di sangue può aiutare a individuare in anticipo malattie gravi e difficili da trattare.
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Kevin Ben Alì Zinati 29 Luglio 2024
* ultima modifica il 29/07/2024

Forme di demenza o di malattie come l’Alzheimer ancora troppo spesso vengono diagnosticate in ritardo, quando ormai il danno cognitivo è palese e avanzato.

Serve riuscire ad anticiparlo. Serve, insomma, trovare uno strumento per scoprire se un individuo è affetto da una di queste malattie neurodegenerative in maniera rapida e soprattutto più facile.

Un esame del sangue? Perché no. La scienza da tempo è al lavoro per sviluppare tecnologie in grado di analizzare le molecole contenute in un campione sanguigno e leggerci l’eventuale presenza di una malattia.

Ora, un gruppo di ricercatori internazionali si è recato al 2024 Alzheimer’s Association International Conference tenutosi a Philadelphia per presentarne uno capace di individuare la perdita di memoria legata all’Alzheimer con una accuratezza del 90%.

Il test descritto sulla rivista JAMA Neurology si basa sulla misurazione del rapporto tra due forme di tau 217 – una proteina che quando si trova in concentrazioni aumentate è un forte indicatore dell'Alzheimer – e sulla combinazione con il rapporto tra beta-amiloide 42 e beta-amiloide 40: anche la presenza di queste due forme di proteina nel cervello di un individuo è segno dell’insorgenza della patologia.

Coinvolgendo al prelievo di sangue 1.213 persone con un’età media di 74 anni sottoposte e valutazioni cognitive sia in cliniche di assistenza primaria che specialistiche in Svezia, i ricercatori hanno individuato la presenza della malattia in 698 pazienti visitati presso cliniche della memoria con un’accuratezza del 90%, stessa percentuale riscontrata nella diagnosi dei 515 visitati presso le cure primarie.

Al confronto, i medici specialisti avevano avuto un’accuratezza nelle proprie diagnosi del 73% mentre quelli di medicina generale del 63%. Tassi così bassi che mostrano come oggi siano ancora estremamente difficile per i medici identificare correttamente la patologia.

Mentre in questo momento i medici di medicina generale e secondaria dovrebbero utilizzare una combinazione di test cognitivi e del sangue o di altri biomarcatori per diagnosticare l'Alzheimer, gli esami del sangue hanno il potenziale per aumentare l'accuratezza delle diagnosi precoci e massimizzare l'opportunità di accedere ai trattamenti per l'Alzheimer il prima possibile per ottenere risultati migliori” ha spiegato Maria C. Carrillo, Ph.D., responsabile scientifico e degli affari medici dell'Alzheimer's Association.

Le potenzialità per poter diagnosticare malattie gravi e oggi anche incurabili nascoste dentro a un "semplice" prelievo di sangue sono innumerevoli e tutte estremamente ambiziose.

Un gruppo di scienziati americani per esempio ha messo a punto un esame del sangue che attraverso la combinazione di intelligenza artificiale e machine learning promette di prevedere l’insorgenza del morbo di Parkinson con 7 anni di anticipo.

Qualche tempo fa, invece, ti avevano parlato di un semplice prelievo di sangue, veloce e non invasivo, in grado di riconoscere la presenza di un tumore del colon-retto mentre l'esame del dosaggio di troponina, una proteina coinvolta nel meccanismo di contrazione del cuore che, in caso di danni, viene rilasciata nel circolo sanguigno in grosse quantità sembra invece poter aiutare a prevedere il rischio di un infarto del miocardio

Fonte | "Blood Biomarkers to Detect Alzheimer Disease in Primary Care and Secondary Care" pubblicato il 28 luglio 2024 sulla rivista Jama Neurology

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