Un gatto ha trasmesso Sars-CoV-2 alla veterinaria: cosa sappiamo finora sul primo caso di passaggio del virus dall’animale all’uomo?

È successo in Thailandia, dove un gatto di dieci anni e positivo al Covid-19 ha contagiato una veterinaria dopo averle starnutito sul volto. Secondo quanto spiegato dai ricercatori che hanno scoperto il primo caso di trasmissione da animale a uomo, si tratta di casi estremamente rari per i quali, al momento, la preoccupazione resta bassa.
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Kevin Ben Alì Zinati 1 Luglio 2022
* ultima modifica il 01/07/2022

Dall’uomo agli animali: ora però anche viceversa. La strada della trasmissione di Sars-CoV-2 sembra non essere più unidirezionale.

All’origine della pandemia c’è uno spillover, ovvero un salto che il virus ha compiuto da un animale – tra le ipotesi un pangolino o un pipistrello – fino all’uomo. Vero.

Eppure, fin dalle prime fasi dell’emergenza sapevamo che il nuovo coronavirus umano poteva essere trasmesso solo da un individuo all’altro: al massimo, avremmo potuto passarlo noi a un animale, ma non il contrario.

Questo valeva fino a ieri. Dal sud della Thailandia, però, sono arrivate le prove scientifiche del primo caso di trasmissione di Sars-CoV-2 da un animale a un essere umano. Più precisamente un gatto di dieci anni, appartenente a una famiglia positiva al Covid e in isolamento, che avrebbe contagiato la veterinaria starnutendole in faccia.

È il caso di preoccuparsi? C’è il rischio che anche gli animali diventino super diffusori del virus? Sono domande lecite, oggi ancora di più visto che siamo di fronte a un – atteso e sotto controllo – aumento dei contagi e dei casi di reinfezione.

Per ora, gli allarmi sono tutti rientrati e la preoccupazione – non la cautela – è bassa: come riporta Nature, si tratta infatti di “una situazione davvero estremamente rara”.

Cos’è successo

A riportare il caso dell’effettiva trasmissione di Sars-CoV-2 da un animale a un uomo sono stati i ricercatori della Prince of Songkla University quando, con un articolo pubblicato su Emerging Infectious Diseases, hanno descritto la storia di un gatto di dieci anni e della sua veterinaria.

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Il felino viveva in casa di un uomo e un figlio di Bangkok risultati entrambi positivi al Covid-19. Viste le loro condizioni di salute sono stati ricoverati e dunque tenuti in isolamento presso l’ospedale universitario di Prince of Songkla a Hat Yai, nel sud della Thailandia.

Il loro gatto domestico, un soriano di 10 anni, era apparentemente sano ma per sicurezza padre e figlio hanno scelto di farlo visitare da una clinica veterinaria per essere sottoposto al tampone.

La possibilità di trasmettere il virus agli animali domestici, se ti ricordi, era già stata descritta nelle prime fasi della pandemia. Il professor Luigi Bertolotti, tuttavia, ci aveva spiegato che, seppur possibile, non si trattava di una situazione rischiosa né per l’animale né per l’uomo dal momento che l’infezione non sembrava attiva.

I veterinari thailandesi hanno quindi eseguito il tampone al gatto ma mentre la veterinaria gli si avvicinava al muso con guanti, mascherina e non degli occhiali protettivi, questo le avrebbe starnutito direttamente sul volto.

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Una circostanza apparentemente normale e non rischiosa. Dopo 3-4 giorni, però, la donna ha iniziato ad accusare i primi sintomi tipici dell’infezione da Sars-CoV-2 nonostante non avesse avuto alcun contatto con positivi.

Una volta sottoposta al tampone, anche lei come il gatto è risultata positiva al Covid-19.

È il caso di preoccuparsi?

La trasmissione da animale (domestico) a uomo pare quindi possibile, eppure non sembra destare troppa preoccupazione.

Gli stessi ricercatori, sulle pagine della rivista Nature, hanno spiegato che quelle descritte nello studio sono "casi rari". Leo Poon, virologo dell'Università di Hong Kong, ha aggiunto che “studi sperimentali hanno dimostrato che i gatti infetti non perdono molto virus e perdono solo per pochi giorni”. 

Angela Bosco-Lauth, esperta di malattie infettive della Colorado State University, ha anche spiegato che la scienza da due anni sapeva di questa possibilità ma il fatto che ci sia voluto così tanto tempo per osservare un caso di trasmissione da gatto a uomo confermerebbe, per ora, che gli animali non svolgono ancora un ruolo significativo nella diffusione del virus: "gli esseri umani sono chiaramente ancora la principale fonte del virus", ha concluso Bosco-Lauth.

Certo, in questi due anni abbiamo (o avremmo dovuto) imparare a tenere sempre alte attenzione e cautela quando si parla di virus, senza lasciarsi andare a prematuri allarmismi e senza mai sottovalutare nulla: per questo i ricercatori terranno monitorata la situazione e nei prossimi mesi vaglieranno se la trasmissione animale-uomo possa diventare effettivamente una delle vie del contagio.

Nel frattempo, però, calma e cautela. E niente allarmismi inutili urlati a voce alta.

Fonte | "Suspected Cat-to-Human Transmission of SARS-CoV-2, Thailand, July–September 2021 " pubblicata sulla rivista Emerging Infectious Diseases; Nature

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