Un gene potrebbe proteggere il cervello dall’Alzheimer: è un altro passo avanti nella conoscenza della malattia

Si tratta del gene Bmi1, già noto ai ricercatori per la sua capacità di inibire l’invecchiamento cerebrale: un nuovo studio dell’Università di Montreal ha scoperto che sarebbe anche in grado di impedire al DNA dei neuroni di disorganizzarsi.
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Kevin Ben Alì Zinati 6 Aprile 2021
* ultima modifica il 06/04/2021

Il gene Bmi1, ancora lui: nella continua ricerca di un trattamento per la malattia di Alzheimer sembra che non gli si possa negare un ruolo da protagonista.

Dopo le conferme sulla sua capacità di inibire l'invecchiamento cerebrale, un team di ricercatori dell’Università di Montreal ha scoperto che il gene Bmi1 sarebbe anche in grado di proteggere il tuo cervello dalla malattia.

L’importante passo in avanti verso la comprensione dell’Alzheimer rafforza ancora di più la tesi di un legame fondamentale tra il gene e la malattia neurodegenerativa.

A conferma di ciò c’è lo studio pubblicato sulla rivista Nature Communications. Qui, si legge, i ricercatori hanno scoperto che il gene BMI1 riuscirebbe a impedire che il DNA dei neuroni si disorganizzi in un modo particolare definito “struttura G4”.

Si tratta di un fenomeno che occorre soltanto nel cervello di persone affette dalla malattia di Alzheimer e che causa la formazione di particolari strutture responsabili dell’interruzione dell’attività e quindi del funzionamento dei neuroni.

La struttura G4 non non si verifica negli anziani sani. Secondo i ricercatori canadesi significa che il gene BMI1 è in grado di proteggere il cervello dall'Alzheimer prevenendo, tra le altre cose, l'eccessiva formazione di G4 che interrompono l'attività dei neuroni.

Ad oggi non esiste ancora una cura per la malattia ma ogni progresso nel campo porta speranza a tutte le persone affette dalla sindrome e alle loro famiglie: questo studio, hanno scritto i ricercatori, può mettere la strada verso una potenziale cura un po’ meno in salita.

Fonte | "G-quadruplexes originating from evolutionary conserved L1 elements interfere with neuronal gene expression in Alzheimer’s disease" pubblicato il 23 marzo 2021 sulla rivista Nature Communications

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