Un pacemaker temporaneo che si biodegrada nel tuo corpo: è il primo al mondo

Il dispositivo, messo a punto da un gruppo di ricercatori di due università statunitensi, è composto da materiali biocompatibili in grado di degradarsi naturalmente nei biofluidi del corpo nel corso di cinque-sette settimane.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 20 Luglio 2021
* ultima modifica il 02/08/2021

Lo impiantano, si ricarica senza batterie o cavi e poi sparisce degradandosi all’interno del tuo corpo.

Funzionerà proprio così l’innovativo pacemaker messo a punto da un gruppo di ricercatori delle università statunitensi Northwestern e George Washington.

I pazienti non avranno quindi più bisogno dell’intervento chirurgico per rimuoverlo.

Il pacemaker transitorio messo a punto dai ricercatori. È realizzato con composti che dopo cinque–sette settimane dall’applicazione sul cuore sono in grado di biodegradarsi all’interno del corpo in modo totalmente innocuo. Photo credit: Northwestern University.

Il cosiddetto “pacemaker transitorio”, il primo al mondo, sarà sottile, flessibile e leggero e verrà realizzato con componenti biocompatibili in grado di “sciogliersi” naturalmente nei biofluidi del tuo corpo nel corso di cinque-sette settimane.

Questi dispositivi bioriassorbibili sono completamente innocui, molto simili ai punti riassorbibili che vengono applicati in seguito a qualche incisione. Dopo essersi completamente degradati, i dispositivi scompaiono attraverso i processi biologici naturali del corpo.

Quello che è stato descritto sulle pagine della rivista Nature Biotechnology potrebbe dunque rappresentare il primo passo di una vera e propria rivoluzione.

Forse già sai che i pacemaker sono dispositivi in grado di ristabilire il giusto ritmo cardiaco mediante l'invio di impulsi elettrici.

Qui il pacemaker dopo 35 giorni dalla sua applicazione. Photo credit: Northwestern University.

A volte può succedere che alcuni pazienti, dopo un intervento chirurgico a cuore aperto, un infarto o magari in seguito a un’overdose di farmaci, abbiano bisogno di pacemaker temporanei.

Oggi l’intervento prevede che i chirurghi cuciano elettrodi temporanei sul cuore, sistemando poi una serie di cavi che fuoriescono dalla parte anteriore del torace. Collegandosi a un dispositivo esterno che eroga corrente, il device contribuisce quindi a tenere sotto controllo il ritmo cardiaco.

Quando però il pacemaker non è più necessario e il cuore del paziente si è stabilizzato, i medici devono intervenire chirurgicamente per rimuoverlo.

Oltre all’invasività, tra le potenziali complicanze non devi sottovalutare però i coaguli di sangue o le lacerazioni ai tessuti circostanti. I cavi, poi, possono diventare portatori di infezioni ma non solo: rimanendo avvolti nel tessuto cicatriziale, possono causare danni nella rimozione.

Rischi che verrebbero azzerati con l’utilizzo del pacemaker transitorio americano. Spesso solo 250 micron (0,025 centimetri) e pesante meno di mezzo grammo, il dispositivo prenderebbe l’energia necessaria per la stimolazione del cuore in modalità wireless da un’antenna esterna, utilizzando protocolli di comunicazione near-field: la stessa tecnologia che sfrutti quando paghi attraverso il tuo smartphone.

Quello del pacemaker transitorio è il secondo esempio di medicina elettronica bioriassorbibile realizzata dal gruppo di ricercatori. Già nel 2018, avevano descritto il primo dispositivo elettronico bioriassorbibile al mondo, un impianto biodegradabile che accelera la rigenerazione dei nervi.

Fonte | "Fully implantable and bioresorbable cardiac pacemakers without leads or batteries" pubblicato il 28 giugno 2021 sulla rivista Nature Biotechnology

Contenuto validato dal Comitato Scientifico di Ohga
Il Comitato Scientifico di Ohga è composto da medici, specialisti ed esperti con funzione di validazione dei contenuti del giornale che trattano argomenti medico-scientifici. Si occupa di assicurare la qualità, l’accuratezza, l’affidabilità e l’aggiornamento di tali contenuti attraverso le proprie valutazioni e apposite verifiche.
Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.