Niente più siringa e iniezione: in futuro il vaccino antinfluenzale potrebbe essere somministrato direttamente per via nasale.
Secondo un nuovo studio della Georgia State University pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, la vaccinazione intranasale a base di emoagglutinina ricombinante sarebbe in grado di migliorare la risposta immunitaria del tuo organismo.
Di fatto, offrirebbe una protezione maggiore e più ampia contro più ceppi virali dell’influenza.
Sicuramente sai che la composizione del vaccino antinfluenzale varia ogni anno sulla base delle informazioni epidemiologiche e virologiche raccolte dalla rete Globale dei 146 Centri Nazionali Influenza: ad ogni campagna, quindi, i suoi costituenti vengono aggiornati in base ai ceppi virali circolanti.
Gli attuali vaccini somministrati con una puntura intramuscolare producono un'immunità specifica, ovvero anticorpi mirati contro le varietà che sono contenuti al loro interno. Tuttavia, sarebbero meno efficaci contro le varianti non corrispondenti.
Secondo i ricercatori americani, invece, la somministrazione intranasale potrebbe offrire una protezione più ad ampio spettro e ancora più efficace contro le malattie respiratorie infettive.
Gli scienziati della Georgia State University hanno spiegato che già diversi studi avevano recentemente confermato come per combattere le infezioni virali dei ceppi dell’influenza non basti l’azione degli anticorpi.
Sarebbero invece necessarie anche le risposte da parte dei linfociti T “di memoria”, cellule immunitarie presenti nei polmoni la cui produzione potrebbe essere favorita proprio da una vaccinazione per via respiratoria.
Per sviluppare vaccini intranasali efficaci, però, servono degli adiuvanti della mucosa, ovvero sostanze capaci di migliorare la risposta immunitaria del tuo organismo agli antigeni.
Il team ha così messo a punto il proprio “prototipo” di vaccino. Utilizzando come componente antigene del vaccino l’emoagglutinina ricombinante, una proteina presente sulla superficie dei virus influenzali, hanno poi creato un nanomateriale di ossido di grafene bidimensionale.
Questo, in sostanza, ha avuto un forte effetto adiuvante nel potenziare le risposte immunitarie offerte dal vaccino.
Questo nuovo tipo di vaccino antinfluenzale potrebbe portare grossi vantaggi. Oltre all'aumentata efficacia rispetto a quelli iniettati in un muscolo, garantirebbero una maggior facilità di somministrazione, una minore invasività e la riduzione dei rifiuti a rischio biologico.
Fonte | "Intranasal vaccination with influenza HA/GO-PEI nanoparticles provides immune protection against homo- and heterologous strains" pubblicata l'11 maggio 202 sulla rivista Pnas