Un viaggio in treno per “tornare a casa”: la terapia dei viaggiatori dedicata a chi è affetto da Alzheimer

In una casa di riposo vicino Varese, all’interno di un piccolo spazio che ricorda una sala d’aspetto si trova il vagone di un treno. Si tratta di un’installazione finalizzata al benessere delle persone affette di Alzheimer, che prendendo parte a un viaggio in treno in cui hanno l’impressione di spostarsi davvero, ritrovano ricordi positivi e sensazioni rilassanti, un’evasione dalla malattia che scorre via come il paesaggio fuori dal finestrino.
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Sara Del Dot 11 Febbraio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Adriana ha i capelli bianchi e lo sguardo sveglio. Avvolta in abiti eleganti cammina a braccetto con Eraldo, suo marito, che la supporta passo dopo passo. I due coniugi risalgono un lungo corridoio dalle pareti chiare fino ad arrivare a una piccola sala allestita. Una voce maschile sta annunciando il ritardo di un treno regionale, mentre davanti a loro un tabellone giallo riporta gli orari delle partenze. A un certo punto le porte di un vagone si aprono. Eraldo accompagna Adriana nella carrozza, la fa accomodare su una poltrona blu e poi si siede accanto a lei. Le porte si chiudono alle loro spalle, il treno comincia a muoversi lentamente, poi più veloce, sempre più veloce. Dal finestrino, il paesaggio scorre confondendosi con l’orizzonte mentre Eraldo e Adriana chiacchierano tranquilli, come sempre. Dopo un po’, la carrozza rallenta. Poi si ferma. Le porte si aprono e fuori, ad attenderli, c’è la stessa sala, lo stesso corridoio. Adriana ed Eraldo hanno viaggiato, anche se in realtà non si sono mai mossi.

Il vagone del treno su cui si sono saliti non ha rotaie né locomotiva. Si trova al secondo piano di una casa di riposo a Caidate, in provincia di Varese, a circa un’ora ad Milano. All’interno della struttura, chiamata Casa di Riposo San Gaetano, le attività dedicate agli anziani sono diverse, così da contribuire nel modo migliore possibile al mantenimento delle facoltà cognitive degli ospiti, diurni o meno che siano.

Il viaggio che Eraldo e Adriana hanno appena compiuto fa parte della terapia dei viaggiatori, un percorso terapeutico che consiste proprio nel simulare un vero e proprio viaggio in treno per riportare alla luce ricordi positivi dovuti alla sensazione di movimento, allo spostamento, al ritorno. La terapia dei viaggiatori si può effettuare sia da soli, in compagnia di un terapeuta che finge di essere un altro passeggero qualsiasi e intanto fa compagnia al paziente e ne controlla lo stato, sia assieme a un familiare, un figlio, un marito, un caregiver, con cui è possibile condividere un momento di intimità diverso da quelli trascorsi normalmente in casa di riposo. Dal finestrino, che in realtà è un semplice schermo su cui vengono proiettate delle immagini personalizzate, il paziente vedrà luoghi magari conosciuti, che ricorda con gioia, come quelli della sua infanzia. Così, un semplice viaggio in treno diventa una vera e propria occasione di benessere, per ritrovare la strada di casa, la serenità, la tranquillità.

Credits video:
Riprese e montaggio: Gianluca Fabbricino
Supervisione video: Aniello Ferrone

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.