Una lesione del midollo spinale li aveva paralizzati: oggi tre ragazzi sono tornati a camminare grazie al “cervello digitale”

Grazie a degli elettrodi impiantati nel midollo spinale e un tablet con cui inviano impulsi elettrici ai muscoli, tre ragazzi paralizzati dalla vita in giù, tra cui un italiano, sono tornati a camminare, nuotare, pedalare e stare dritti in piedi.
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Kevin Ben Alì Zinati 8 Febbraio 2022
* ultima modifica il 26/01/2024

Camminare, nuotare, pedalare e stare dritti in piedi. Tutte cose semplici e apparentemente banali se non hai mai perso l’uso delle gambe.

Per tre ragazzi paralizzati a causa di una lesione completa del midollo spinale invece sono rimasti per anni soltanto dei sogni. Che oggi, però, sono diventati realtà.

Il merito è del lavoro di un gruppo di ricercatori del Politecnico di Losanna in collaborazione con la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e appena pubblicato sulla Nature Medicine.

Grazie a degli elettrodi impiantati nel midollo spinale, tre ragazzi paralizzati dalla vita in giù, tra cui un italiano, sono tornati a camminare, nuotare, pedalare e stare dritti in piedi per davvero.

Il dispositivo

I ricercatori svizzeri stavano lavorando a una tecnologia in grado di ridare l’uso della gambe a pazienti paralizzati già da diverso tempo.

Forse ti suonerà familiare il nome di David Mzee. È un ragazzo rimasto paralizzato da una lesione parziale del midollo spinale provocata da un grave incidente sportivo che alla fine del 2018 era riuscito ad alzarsi dalla sedia a rotelle e a camminare. Come? Proprio con l’aiuto di una versione primordiale del dispositivo svizzero.

Grégoire Courtine, coordinatore del progetto, mentre illustra come funzionano gli elettrodi impiantati nel midollo spinale dei tre ragazzi. Photo credit: EPFL

Oggi i ricercatori hanno implementato e potenziato il sistema. L’idea alla base è quella di "rianimare" il midollo spinale sotto la lesione che è ancora funzionante, così hanno messo a punto una serie di elettrodi innestati nel midollo spinale.

Questi inviano ai muscoli paralizzati delle gambe e del tronco degli stimoli elettrici generati da un tablet esterno e controllato direttamente al paziente. Gli impulsi hanno la funzione di attivare la contrazione dei muscoli in forma coordinata.

“L’innovazione principale di questo studio – ha spiegato Silvestro Micera, docente dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna – è la possibilità di personalizzare la stimolazione elettrica del midollo spinale. In questa maniera i pazienti riescono a sviluppare più capacità motoria”.

I pazienti stessi, infatti, selezionano il tipo di movimento che vogliono fare attraverso il tablet, che funziona come una sorta di cervello, e inviano così gli stimoli elettrici che attivano la contrazione dei muscoli necessari a quella determinata azione.

In un solo giorno di addestramento i tre volontari che hanno partecipato allo studio sono riusciti a camminare e a controllare movimenti complicati come nuotare e pedalare.

Il paziente italiano

Tra i tre pazienti coinvolti nel progetto c’è anche Michel Roccati. Italiano di 30 anni e oggi residente a Torino, era rimasto coinvolto in un grave incidente stradale quattro anni fa.

Era in sella alla sua moto sulla collina di Superga quando un animale selvatico sbucato dal nulla gli ha tagliato la strada costringendolo allo schianto.

Michel è rimasto ricoverato per mesi con la spina dorsale spezzata in più punti e senza alcuna sensazione alle gambe. La paralisi era ormai definitiva.

Michel Roccati si alza e cammina nel cuore di Losanna: Photo credit: EPFL / Alain Herzog 2021

Ma non si è arreso e quando ha scoperto il progetto dei ricercatori di Losanna ha fatto di tutto per prendervi parte.

Per lui, come per gli altri due partecipanti, gli scienziati hanno costruito un deambulatore ad hoc. Oltre alle manopole e alle ruote l’hanno allestito con due piccoli telecomandi collegati wireless al tablet con cui Michael invia i segnali elettrici agli elettrodi nella sua spina dorsale.

Una volta fuori dal laboratorio, Micheal ha provato a conquistarsi il suo “miracolo”. Ha preso un bel respiro, si è guardato attorno e poi ha premuto il pulsante sul lato destro del deambulatore per provare a far muovere la gamba sinistra in avanti.

Michel in piedi, sulle sue gambe. Photo credit: EPFL

D’un tratto ha visto – e sentito – il suo piede sinistro sollevarsi e appoggiarsi a terra pochi centimetri più avanti. Quindi ha provato a fare la stessa cosa dall’altra parte, premendo il pulsante sul lato sinistro e anche questa volta il suo piede destro si è spostato in avanti.

Michel stava camminando, di nuovo.

“I primi passi sono stati qualcosa di incredibile, un sogno che si avverava – ha spiegato Micheal – ora sono in grado di salire e scendere le scale e ho come obiettivo, entro primavera, di riuscire a camminare per almeno un chilometro”.

Prospettive

Siamo alla svolta per la cura delle lesioni spinali? Non ancora. Questa tecnologia è ancora troppo complessa per essere applicata in massa nella vita quotidiana di ciascun paziente.

Grazie agli elettrodi impiantati nella suo midollo spinale Michel può stare in piedi sulla sue gambe e prendere un aperitivo con gli amici. Photo credit: EPFL / Alain Herzog 2021

È però un passaggio fondamentale per arrivarci. Anzi, è un importante passo in avanti.

Fonte | "Activity-dependent spinal cord neuromodulation rapidly restores trunk and leg motor functions after complete paralysis" pubblicata il 7 febbraio 2022 sulla rivista Nature Medicine  

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