Una nuova terapia per il tumore al pancreas ha dato risultati incoraggianti sui topi

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Torino ha somministrato il vaccino terapeutico contro il cancro al pancreas in combinazione con il chemioterapico già utilizzato per trattare questo tumore in topi già geneticamente predisposti allo sviluppo della patologia. La progressione è stata bloccata.
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Giulia Dallagiovanna 17 Novembre 2020
* ultima modifica il 21/11/2020

È stato compiuto un piccolo, ma importante passo avanti per quanto riguarda il tumore al pancreas. Stiamo parlando di una delle forme di cancro più aggressive, per la quale l'aspettativa di vita non supera i sei mesi. Per questo motivo è una gran notizia sapere che una nuova terapia ha dato risultati soddisfacenti, almeno sui topi. Lo studio è stato realizzato dai ricercatori del dipartimento di Biotecnologie molecolari e Scienze per la salute dell'Università di Torino ed è stato pubblicato sulla rivista Journal for ImmunoTherapy of Cancer. I risultati hanno mostrato come la combinazione tra vaccino a Dna e chemioterapia tradizionale, ovvero quella già in uso per contrastare la neoplasia, possano ridurre la progressione della patologia.

Prima di tutto, è bene precisare che stiamo parlando di un vaccino terapeutico, il cui scopo non è prevenire, ma aumentare le difese immunitarie contro il cancro. Il farmaco in questione codifica una proteina umana, ENO1, che è in grado di arginare in modo efficace la formazione della massa tumorale. I ricercatori hanno notato che la risposta immunitaria era maggiore in pazienti che già venivano sottoposti a chemioterapia. Di conseguenza, hanno ipotizzato che somministrare il vaccino in aggiunta alla gemcitabina, il chemioterapico scelto come trattamento palliativo per la neoplasia al pancreas, potesse aprire una possibilità di trattamento anche per i pazienti che erano già a uno stadio avanzato.

Il trattamento ha mostrato di bloccare la progressione tumorale e generare una forte risposta da parte dei linfociti T

La sperimentazione è stata dunque avviata su topi giù geneticamente predisposti per lo sviluppo del cancro al pancreas. "I risultati ottenutiha commentato il professor Francesco Novelli, coordinatore dello studio – hanno dimostrato che nei topi predestinati geneticamente a sviluppare il tumore pancreatico il trattamento combinato con chemioterapia e vaccinazione a DNA è molto efficace nel bloccare la progressione tumorale e nello scatenare una forte risposta da parte dei linfociti T-anti tumore. Immaginando di trasferire lo stesso risultato dai topi ai pazienti con tumore pancreatico, il trattamento combinato potrebbe aumentare la sopravvivenza dei pazienti e migliorare la qualità di vita".

Un dato incoraggiante dunque, ma che dovrà ancora essere confrontato con eventuali sperimentazioni eseguite sugli esseri umani.

Fonte| "In pancreatic cancer, chemotherapy increases antitumor responses to tumor-associated antigens and potentiates DNA vaccination" pubblicato su Journal for ImmunoTherapy of Cancer il 28 ottobre 2020

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