Una proteina capace di riparare tutti i danni al DNA: la chiave della lotta ai tumori scovato in un batterio “spaziale”

In un particolarissimo batterio è contenuta una proteina con la capacità mai vista prima di bloccare e riparare i danni al DNA. Secondo i ricercatori canadesi che l’hanno scoperta, è l’ingrediente giusto per sviluppare vaccini anti-cancro o cellule ingegnerizzate per resistere alle condizioni sempre più estreme causate dalla crisi climatica.
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Kevin Ben Alì Zinati 26 Agosto 2024
* ultima modifica il 03/09/2024

Immagina un giocatore di football americano che ogni partita scende in campo senza casco né protezioni, subisce varie commozioni cerebrali, si rompe diverse ossa ma il giorno dopo torna come nuovo.

Chi l’avesse in squadra vincerebbe ogni partita, no? Ecco: se prendi la metafora e la trasli al mondo della scienza e della medicina, il giocatore di football perfetto è ciò che sembra aver trovato un gruppo di ricercatori della Western University.

Hanno scoperto, cioè, che in un batterio c’è una proteina che ha la capacità mai vista prima di fermare e riparare i danni al DNA. Sembrano aver scoperto cioè l’ingrediente per sviluppare fondamentalmente tutto ciò che ci serve, da vaccini anti-cancro a cellule ingegnerizzate per resistere alle condizioni sempre più estreme causate dai cambiamenti climatici.

Si chiama DdrC (DNA Damage Repair Protein C) e i ricercatori l’hanno ritrovata all’interno di un batterio abbastanza comune chiamato Deinococcus radiodurans (D. radiodurans) e, una volta testata, hanno scoperto che possiede la capacitò di resistere a 5mila a 10mila volte la radiazione che ucciderebbe una normale cellula umana.

Già di per sé, Deinococcus radiodurans non è un batterio qualsiasi. Scoperto per la prima volta nel 1956 durante esperimenti per la sterilizzazione del cibo in scatola con l'uso di raggi gamma, è così resistente che il Guinness dei primati come “la forma di vita più resistente alle radiazioni”.

Pensa che è stato capace di resistere per oltre un anno fuori dagli ambienti protetti e sicuri della Stazione Spaziale Internazionale. Per alcuni scienziati russi e americani potrebbe Deinococcus radiodurans essersi sviluppato su Marte per poi diffondersi anche sulla Terra dopo l'impatto di una meteora.

Per capire le potenzialità di DdrC considera questo. Ogni cellula ha un proprio meccanismo di riparazione del DNA per riparare i danni ma se ci sono più di due rotture nel genoma composto da un miliardo di coppie di basi, non può ripararsi e muore.

Questa proteina invece riesce da sola a riparare centinaia di frammenti di DNA rotti in un genoma. Utilizzando la Canadian Light Source (CLS) presso l’Università del Saskatchewan hanno prima determinato la forma 3D della proteina e poi hanno lavorato a ritroso per comprendere meglio il suo funzionamento e hanno visto che quando DdrC scopre un danno lungo il DNA, lo raggiunge e si chiude di scatto come una sorta di trappola per topi.

In questo modo la proteina blocca il danno e allo stesso tempo impedisce che si ingrandisca ulteriormente. Di fatto, ripara la rottura causando la cellula e tutto assolutamente da sola, senza dunque formare complicate reti complicate come invece fanno le normali proteine umane.

Secondo i ricercatori, canadesi, le potenzialità di questo gene sono immense perché potrebbe essere introdotto in qualsiasi organismo, dalle piante agli animali finta appunto all’uomo aumentando l’efficacia dei meccanismi di riparazione del DNA delle cellule di quell’organismo.

Di fatto, neutralizzerebbe quelle patologie che spezzettano il Dna. Come i tumori.

Fonti | Canadian Light Source; UniCa

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.