Una scarsa qualità del sonno dopo i 60 anni aumenta il rischio di Alzheimer

Il riposo notturno, soprattutto nella sua fase più profonda, viene sfruttato dal tuo cervello per effettuare i lavori di pulizia. Ma se non gli viene lasciato il tempo necessario, l’eccesso di proteine che causano l’Alzheimer porterà alla formazione di placche e all’aumento del rischio di sviluppare la malattia.
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Giulia Dallagiovanna 12 Marzo 2019
* ultima modifica il 22/09/2020

Dormire bene è importante. E se per caso hai ormai raggiunto una certa età, lo è ancora di più. Uno studio dell'Università di Washington ha dimostrato come una bassa qualità del sonno in persone con più di 60 anni sia associata a un aumento del rischio di Alzheimer. Il riposo notturno agisce infatti come una sorta di lavaggio per il nostro cervello, ripulendolo da tutte le particelle in eccesso. Ma se questo meccanismo non ha il tempo di azionarsi come dovrebbe, possono generarsi degli ostacoli al funzionamento dei neuroni.

Ad essere incriminate sono la proteina tau e le beta amilodi. Entrambe sono già presenti nel tuo midollo spinale, ma una quantità eccessiva può portare alla formazione di placche che danneggiano la memoria e favoriscono la comparsa della demenza.

Di norma, l'esubero di queste particelle viene smaltito dal tuo organismo, che approfitta della fase più profonda del riposo notturno per compiere i lavori di pulizia. Ma cosa succede se non gliene dai il tempo?

Un sonno di scarsa qualità aumenta l'accumulo di proteine e può provocare l'Alzheimer

I ricercatori hanno analizzato il funzionamento del cervello di 119 persone che aveva superato i 60 anni e che non avevano ancora mostrato sintomi di declino cognitivo. Ciascun partecipante è stato dotato di uno strumento che monitorasse le onde celebrali e di un braccialetto che registrasse l'alternanza delle fasi sonno-veglia e controllasse la qualità del sonno. Infine, venivano misurati periodicamente anche i livelli delle proteine tau e beta amiloidi.

Tenendo conto anche dell'età e del sesso, i ricercatori hanno notato che un sonno di scarsa qualità aumentava l'accumulo delle proteine che possono causare la sindrome di Alzheimer.

A mano a mano che si susseguono gli studi aumenta quindi la consapevolezza attorno all'importanza di un buon riposo notturno. Migliora la memoria, allontana il rischio di obesità, diabete e malattie cardiovascolari, rafforza il sistema immunitario e, in generale, alza il livello del tuo umore. Dormire molto e bene, insomma, non è un vizio per persone pigre.

Fonte| "Reduced non–rapid eye movement sleep is associated with tau pathology in early Alzheimer’s disease" pubblicato su Science Translational Medicine il 9 Gennaio 2019

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