Due molecole immuno-oncologiche, nivolumab e ipilimumab, che combinate insieme possono fornire una nuova, potente arma, contro il tumore. Quale tumore? Il punto è proprio questo: per la prima volta al mondo questa specifica immunoterapia è stata valutata indipendentemente dall'organo colpito dalla neoplasia. E lo studio dell'Università La Sapienza di Roma, pubblicato sul Journal of Translational Medicine, ha dimostrato come questo nuovo approccio potrebbe funzionare contro diverse forme di cancro: melanoma, tumore del polmone a piccole cellule, tumore del polmone non a piccole cellule, tumore della vescica, carcinoma gastrico e mesotelioma.
Prima di tutto, va chiarito che si tratta di una meta-analisi, cioè di un lavoro elaborato sulla base di 7 studi precedenti, che arruolavano in tutto 2.420 pazienti affetti dalle patologie di cui ti ho parlato. Ma i risultati sono stati talmente importanti, che si parla già di una nuova era per l'immuno-oncologia di precisione.
Si parla di efficacia agnostica, proprio perché è indipendente rispetto all'organo malato, e ha fornito questa percentuali: la risposta alle cure è aumentata del 68%, mentre il rischio di progressione della malattia si è ridotto del 20% e quelli di morte del 13%. Il confronto è stato fatto con l'impiego di un solo farmaco immunoterapico, in particolare del nivolumab.
Se invece le singole patologie vengono guardate assieme, si può notare come la terapia combinata favorisca una sopravvivenza a lungo termine per diversi tipi di tumore: cancro al polmone, cancro al rene, melanoma, mesotelioma. Si tratta di neoplasie molto complicate da trattare, soprattutto quando raggiungono una fase avanzata, e che solo in Italia corrispondono a migliaia di nuove diagnosi ogni anno. Se le consideriamo tutte insieme, raggiungiamo le 30mila.
Fonte| "Agnostic evaluation of ipilimumab and nivolumab association: a metanalysis" pubblicato sul Journal of Translational Medicine, il 25 novembre 2020