Uno studio avrebbe scoperto un legame tra la sindrome della morte in culla e un’anomalia nel recettore della serotonina

Un gruppo di ricercatori del Boston Children’s Hospital ha rilevato che nella sindrome della morte in culla potrebbe avere un ruolo un’anomalia biologica nel recettore della serotonina 2A/C. Tuttavia si tratta di un primo risultato e i ricercatori avvertono che le cause della sindrome, tra le prime cause di morte in età neonatale, restano ancora sconosciute.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Maria Teresa Gasbarrone 29 Maggio 2023
* ultima modifica il 29/05/2023

Quella che finora era considerata una causa di morte inspiegabile, oggi potrebbe avere una spiegazione, sebbene ancora solo parziale. Stiamo parlando della sindrome della morte in culla, in inglese "Sudden Infant Death Syndrome" (SIDS), ovvero la morte improvvisa e (almeno finora) senza cause del bambino al di sotto dell'anno di età.

Uno studio del Boston Children's Hospital ha rivelato che la causa della Sids potrebbe essere di natura biologica. Nello specifico, i ricercatori dell'ospedale statunitense, diretti da Robin L. Haynes, hanno analizzato il tronco cerebrale di 70 neonati morti tra il 2004 e il 2011 che presentavano anomalie cerebrali e hanno scoperto che il recettore della serotonina 2A/C era alterato nei casi dei bambini morti per Sids rispetto ai casi di controllo infantile.

Il ruolo della serotonina

In che modo potrebbe avere un ruolo la serotonina nella sindrome della morte in culla? Questa nuova ricerca sostiene l'idea che un'anomalia biologica in alcuni neonati li renda vulnerabili alla morte in determinate circostanze.

I ricercatori ritengono infatti che la sindrome della morte improvvisa del lattante si verifichi quando si realizzano contemporaneamente queste tre circostanze: il bambino si trova in un periodo critico dello sviluppo cardiorespiratorio nel primo anno di vita, l'esposizione a un fattore di stress esterno come dormire in faccia in giù o la condivisione del letto, oppure la presenza di un'anomalia biologica che lo rende vulnerabile alle sfide respiratorie durante il sonno.

L'alterazione di questo neurotrasmettitore nei casi di morte infantile non sarebbe priva di significato. Secondo precedenti studi nei topi la segnalazione del recettore 2A/C contribuisce all'eccitazione e all'auto-rianimazione, proteggendo lo stato di ossigeno del cervello durante il sonno.

Servono ulteriori conferme

"Il lavoro presentato si basa su un precedente lavoro del nostro laboratorio e di altri che mostra anomalie nel sistema serotoninergico di alcuni neonati affetti da SIDS", ha detto l'autore principale del lavoro, Robin L. Haynes.

Il risultato emerso, per quanto significato, non è in grado da solo di spiegare la sindrome. "Sebbene abbiamo identificato anomalie nel recettore 2A/C della serotonina nella SIDS, la relazione tra le anomalie e la causa della morte rimane sconosciuta. Rimane ancora molto lavoro da fare per determinare le conseguenze delle anomalie di questo recettore nel contesto di una rete più ampia di recettori della serotonina e di recettori non serotoninici che proteggono le funzioni vitali del controllo cardiaco e respiratorio quando sono messe alla prova. Attualmente non disponiamo di strumenti per identificare i neonati con anomalie biologiche del sistema serotoninergico".

Cosa sappiamo sulla sindrome della morte in culla

Questa sindrome è più frequente nei primi cinque mesi di età e rappresenta una delle cause principali di morte nel primo anno di vita. Solo in Italia si stima che vada incontro a morte in culla 1 nato su duemila.

Negli Stati Uniti la SIDS rappresenta la prima causa di morte infantile post-neonatale: si verifica in 103 casi su 100.000 nati vivi all'anno.

Per quanto riguarda la prevenzione, data la sua natura ancora quasi del tutto sconosciuta, "al momento – spiega l'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma – non disponiamo di strumenti di assoluta efficacia che ci permettano di prevenire la morte in culla con la stessa sicurezza con cui preveniamo le malattie infettive per mezzo delle vaccinazioni".

Tuttavia, esistono alcune pratiche raccomandate per ridurre il rischio. Alcune di queste sono:

  • Adagiare sempre il bambino a letto in posizione supina (sulla schiena) sia di giorno che di notte (dimezza la probabilità di andare incontro a morte in culla);
  • Utilizzare una base piatta e solida, come un materasso per la culla o per il lettino coprendo il bambino soltanto con un lenzuolo senza nessun'altra biancheria da letto o coperta;
  • Mettere a letto il bambino con una tutina o sacco letto che lo terrà al caldo in modo molto più sicuro di qualunque coperta o piumino;
  • Non dormire mai nello stesso letto con il piccolo – è particolarmente pericoloso sotto i 4 mesi di età – e non lasciarlo dormire con i fratellini più grandi;
  • Divani e poltrone sono estremamente pericolosi: aumentano non soltanto il rischio di morte in culla, ma anche di soffocamento e di intrappolamento della testa del bambino tra i cuscini;
  • Non coprire mai la testa del piccolo con berretti o cuffiette e non lasciare che la temperatura nella culla salga eccessivamente (controllare che il bambino non sudi);Non permettere a nessuno di fumare in casa o in auto.

Fonti | Ospedale Bambino Gesù; American Association for the Advancement of Science (AAAS)

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.