U=U: ancora troppe persone non sanno che se l’HIV non è più rilevabile non è trasmissibile

Nella Giornata mondiale contro l’AIDS, che cade ogni anno il 1 dicembre, in tutti i Paesi si organizzano eventi e attività per ampliare la conoscenza dell’epidemia mondiale di AIDS.
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Francesco Castagna 1 Dicembre 2022
* ultima modifica il 26/12/2022

Hai mai sentito parlare di U=U? È una campagna nata anni fa che ha lo scopo di informare su una scoperta rivoluzionaria nel campo della lotta contro l’AIDS. La sindrome da immunodeficienza acquisita, AIDS, è una malattia causata dal virus dell'immunodeficienza umana HIV.

Il contesto

Come ti abbiamo già spiegato in precedenza, l'infezione da HIV viene considerata AIDS quando cala il numero dei linfociti T Helper, il cui scopo primario è organizzare la risposta immunitaria degli individui. Questi linfociti sono oggetto d'attacco da parte del virus HIV. Tutte le cellule che hanno il recettore CD4 in superficie possono essere potenzialmente infettate, danneggiate e successivamente distrutte. L'AIDS inoltre può essere diagnosticato in una persona in cui occorre una malattia grave con complicanze.

Anche se le campagne di prevenzione e sensibilizzazione dei governi internazionali sono sensibilmente calate, contestualmente al numero di persone che faceva uso di droghe e che dal passaggio di aghi contraeva l'infezione, attualmente è crollato il numero di decessi, ma lo stesso non si può dire per quello dei contagi. Secondo i dati dell’UNAIDS sull’epidemia di HIV e AIDS "nel 2020 a fronte di 37,7 milioni di persone che vivono con il virus, ci siano state 1,5 milioni di nuove diagnosi".

Numeri che non vengono comunicati come quelli dei contagi da Covid19, ma che almeno oggi dovrebbero essere presi in considerazione, per ricordarci che è importante fare prevenzione e che, soprattutto, nei Paesi meno sviluppati l'HIV e altre malattie sono ancora un problema.

Terapie e farmaci

Una difficoltà perché, a differenza dei Paesi più sviluppati, esistono aree del Pianeta che non hanno ancora accesso ai farmaci antiretrovirali.

Attualmente non è ancora stato scoperto un vaccino in grado di prevenire l'infezione dall'Hiv, questo perché il virus si replica molto velocemente. Ci sono stati numerosi studi, ma al momento non sono risultati abbastanza efficaci. Nel corso degli anni però, la comunità scientifica ha fatto progressi, rendendo possibile alle persone che convivono con l'Hiv di avere una qualità della vita alla pari di chi non ha contratto il virus.

La Prep

Oltre ai farmaci, esiste la terapia Prep, che sta per profilassi pre-esposizione. La Prep in Italia è un farmaco generico e costa 60 euro con prescrizione di un infettivologo.  Per seguire correttamente la terapia, bisogna assumere delle compresse prima e dopo un rapporto non protetto. Ma attenzione, se hai rapporti esclusivi con una persona HIV positiva che però è in terapia antiretrovirale efficace la Prep non è necessaria.

Questa terapia si chiama TasP, e serve appunto per arrivare allo stato U=U, ovvero Undetectable = Untransmittable. Come ti ho già detto prima, una persona che segue una terapia e arriva ad avere una carica virale non rilevabile non trasmette più il virus agli altri.

La Pep

Prima di approfondire la terapia TasP però, è bene fare un accenno anche alla profilassi Pep, per evitare che il virus dell'HIV si replichi all'interno di un soggetto che ha avuto un rapporto a rischio.

La Pep è diversa dalla Prep perché è una profilassi post-esposizione. I farmaci devono essere assunti il prima possibile e non oltre le 48 ore dal rapporto a rischio. Per accedere alla profilassi bisogna recarsi entro 2 giorni in un pronto soccorso di un ospedale che abbia un reparto di malattie infettive. L'infettivologo deciderà il tipo di percorso da seguire. In ogni caso, la PEP deve essere assunta per 28 giorni, terminati i quali va fatto un test HIV.

Se risulti positivo, l'importante è che tu non ti faccia prendere dal panico. Non ce n'è assolutamente bisogno, se non lo sapevi infatti, con la terapia TasP  sei in grado di azzerare la trasmissibilità del virus e di vivere tranquillamente. I progressi su queste profilassi sono stati diversi, in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti. L'ultima cura è una  nuova terapia contro il virus dell’HIV basata su due farmaci “long-acting”, che si chiama «CaRLA».

U=U

Tutto inizia nel 1998, con l'osservazione medica che la triplice terapia ART (basata sull'assunzione di tre o più farmaci anti-retrovirali, in grado di allungare il periodo che intercorre tra il contagio e la fase conclamata di malattia, l'AIDS) ha effetti sulla riduzione della trasmissione.

La storia

Quello che devi sapere infatti è che il risultato che abbiamo ora è rivoluzionario perché più di 20 anni fa non era per niente scontato. Nello stesso anno ci fu un parere medico degli esperti sulla riduzione del rischio. Nel 2000 poi fino al 2005 sono stati condotti alcuni studi prospettici osservazionali. Nel 2008 invece ecco che cominciano a cambiare sensibilmente le cose: lo studio dell'infettivologo svizzero Pietro Vernazza.

The Swiss Statement

Si tratta di una delle pietre miliari della lotta all'AIDS, lo studio di Vernazza nel 2008 ha concluso che i pazienti HIV positivi non sono più infettivi in presenza di una terapia adeguata. La scoperta ha fatto scalpore in tutto il mondo.

Da quel momento in poi, la ricerca ricevette numerose critiche, ma è importante che tu sappia che, conoscendo la natura competitiva del mondo accademico, nessuno è mai riuscito a confutare questa tesi dopo oltre 10 anni.

Vernazza ha gettato le basi per la campagna U=U. Quattro grandi studi condotti dal 2007 al 2016 su migliaia di coppie sierodiscordanti (uno Hiv+ e l'altro Hiv-) hanno finalmente dimostrato che non c'è un solo caso di trasmissione sessuale del virus da un partner che ha azzerato la carica virale.

Nel 2018 arriva la conferma, che mette a tacere ogni dubbio. Durante il congresso mondiale di Amsterdam sull'AIDS gli studi PARTNER-1 e PARTNER-2 su mille coppie circa, sia dello stesso sesso che di sesso diverso, dimostrano che se la carica non è più determinabile nel sangue, allora il virus non è trasmissibile.

Si tratta di una vera e propria rivoluzione. Non solo perché abbatte lo stigma nei confronti di tutte le persone Hiv positive che per anni hanno dovuto vivere nella paura, ma anche perché attualmente esistono testimonianze su testimonianze di persone che finalmente riescono ad approcciare meglio con la propria sessualità.

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