Vaccino Covid raccomandato in gravidanza e allattamento: finalmente sono arrivate indicazioni ufficiali

Le ultime indicazioni risalivano al 4 agosto ed erano racchiuse in poche frasi, piuttosto vaghe. Mentre l’Istituto superiore di sanità non aggiornava le proprie almeno dal 31 gennaio. Si trattava di un vuoto importante che doveva essere colmato: oggi il vaccino è raccomandato a tutte le donne che allattano e a chi è incinta nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza.
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Giulia Dallagiovanna 27 Settembre 2021
* ultima modifica il 27/09/2021

Il Ministero della Salute e l'Istituto superiore di sanità hanno finalmente colmato un vuoto importante all'interno della campagna vaccinale contro il Covid-19. Il riferimento è alle donne in gravidanza, che fino a questo momento erano rimaste in un limbo: né escluse dal vaccino, né invitate a farlo. L'ultima indicazione ufficiale era rimasta tanto (troppo!) sul vago. "Non è controindicato", recitava. Anche a Ohga avevamo messo in luce diverse volte questo problema. Ora invece abbiamo una circolare che spiega a chiare lettere come l'inoculo sia raccomandato a partire dal secondo trimestre, mentre per i primi tre mesi di gestazione è bene fare una valutazione dei rischi e dei benefici assieme al proprio ginecologo.

Le nuove raccomandazioni

"Si raccomanda la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19, con vaccini a mRNA, alle donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre. Relativamente al primo trimestre, la vaccinazione può essere presa in considerazione dopo valutazione dei potenziali benefici e dei potenziali rischi con la figura professionale sanitaria di riferimento". Dice così la circolare emanata il 24 settembre dal Ministero della Salute.

Un paragrafo che pone fine a un caos comunicativo che ha creato non pochi problemi alle donne in attesa di un figlio. Fino a questo momento, infatti, le Regioni avevano dovuto regolarsi in autonomia, chi invitando le future mamme ad aderire alla campagna vaccinale, chi imponendo la certificazione del ginecologo per ricevere l'iniezione. Le conseguenze non sono state delle migliori. Un aumento dei dubbi relativo al farmaco immunizzante che ha provocato una riduzione degli appuntamenti e, probabilmente anche a causa di queste defezioni, un rialzo dei ricoveri in questa categoria di pazienti. Ci sono stati, lo ricordiamo, anche dei parti pre-termine e dei decessi.

Ora quindi le istituzioni sono intervenute, provando a mettere una pezza alla carenza di informazioni precedente. In ritardo, sì, ma meglio tardi che mai.

Cosa dice l'Istituto superiore di sanità

L'Istituto superiore di sanità ha deciso di rivedere le precedenti indicazioni, che risalivano addirittura a gennaio, sulla base naturalmente dei dati provenienti dalle campagne vaccinali in corso in tutti i Paesi industrializzati. Il focus è soprattutto sulla variante Delta che si è rivelata molto più contagiosa e, in alcuni casi, anche più pericolosa, sebbene non in grado di eludere la risposta anticorpale stimolata dal vaccino.

"In considerazione delle crescenti evidenze sulla sicurezza della vaccinazione in gravidanza sia nei confronti del feto che della madre, delle nuove evidenze relative alla maggiore morbosità associata alla variante Delta, della crescente circolazione della stessa variante e del notevole abbassamento dell’età mediana all’infezione in Italia, l’ISS aggiorna le precedenti indicazioni ad interim raccomandando l’estensione dell’offerta vaccinale, con vaccini a mRNA, a tutte le donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre che desiderino vaccinarsi", si legge sul sito dell'Istituto.

E sempre l'ISS specifica che questa decisione è stata assunta sulla base dei risultati di studi disponibili ad oggi e che sono stati portati avanti durante la campagna vaccinale di massa. Più nel dettaglio "hanno permesso di rilevare un rischio significativamente inferiore di contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 tra le donne vaccinate rispetto alle non vaccinate e il numero di donne ad oggi vaccinate in gravidanza, a livello globale, ha superato le centinaia di migliaia senza segnalazioni di eventi avversi in eccesso rispetto alla popolazione non in gravidanza".

La vaccinazione dei conviventi

Oltre a quella delle donne in gravidanza e in allattamento, l'Istituto superiore di sanità ha posto l'attenzione anche sui loro conviventi. Al fine di ridurre al minimo i rischi di contagio da Covid-19, si raccomanda la vaccinazione anche a tutte le persone presenti nella casa dove abita la persona incinta e, naturalmente, abbiano dai 12 anni in su.

Per le donne in allattamento

In realtà, la vaccinazione per le donne in allattamento non è mai stata messa in dubbio, nemmeno dalla precedente circolare del 4 agosto scorso. Ora, però, viene specificato meglio che il vaccino è proprio raccomandato anche in questa fase che segue immediatamente il parto.

Il vaccino è ufficialmente raccomandato anche durante l'allattamento

"L'efficacia della vaccinazione in allattamento  – queste le parole dell'ISS – è ritenuta analoga a quella rilevata tra delle donne non in gravidanza e vi è unanime consenso che non esista plausibilità biologica a sostegno di un possibile danno ai neonati allattati da madri vaccinate".

Se scopri di essere incinta dopo?

Esiste anche la possibilità che tu possa scoprire di essere rimasta incinta dopo aver ricevuto la prima dose o, magari, tutte e due. A questo punto che si fa? Niente panico. Puoi parlarne con il tuo ginecologo e rivolgere a lui tutti i dubbi che ti staranno assalendo in questo momento, ma secondo i dati che abbiamo a disposizione non dovrebbero essere problemi né per te, né per il bambino.

"Se una donna vaccinata scopre di essere in gravidanza dopo aver già ricevuto il vaccino, non c’è evidenza in favore dell’interruzione della gravidanza", precisa infatti l'ISS. Se però il test risulta positivo dopo che hai ricevuto una sola dose, è possibile pensare di ritarda la seconda fino al secondo trimestre. Naturalmente, tutto questo concordandolo sempre con lo specialista che ti segue.

Fonte| Istituto superiore di sanità

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