Vaccini aggiornati contro Omicron: come funzionano i “nuovi alleati” contro il Covid-19 e chi può farli

Appena approvati da Ema e Aifa, i vaccini bivalenti sono farmaci riformulati per essere in grado di contrastare più efficacemente la variante Omicron, la forma più diffusa del Coronavirus e anche quella più contagiosa.
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Kevin Ben Alì Zinati 6 Settembre 2022
* ultima modifica il 06/09/2022

Sars-CoV-2 muta? Anche noi, allora, dobbiamo imparare ad adattarci per rendere la convivenza con il virus sempre più efficace e sicura.

Ecco quindi che i nostri nuovi alleati contro il Covid-19 sono i vaccini bivalenti. Forse li avrai sentiti nominare come i «vaccini aggiornati».

Questo perché quelli appena approvati da Ema e Aifa sono vaccini ridisegnati e riformulati per essere in grado di contrastare in maniera più efficace la variante Omicron, la forma più diffusa del Coronavirus e anche quella più contagiosa.

Vaccini aggiornati contro Omicron

Cosa sono?

I vaccini bivalenti prodotti da Pfizer e Moderna sono farmaci realizzati per limitare il contagio da Sars-CoV-2 e soprattutto per proteggerti dalle forme più aggressive del Covid-19: esattamente come i vaccini “originali” con cui sei già stato immunizzato.

La differenza sta, tuttavia, nella loro composizione. Questi vaccini bivalenti – che puoi definire anche «adattati» o «aggiornati”» – contengono al loro interno due diversi componenti di RNA messaggero del virus in grado di consegnare al sistema immunitario le istruzioni per produrre due proteine ​​Spike: quella originale partito nel 2020 da Wuhan e quella legata alla variante Omicron.

Se non te la ricordi, la Spike è quella proteina posta sulla superficie esterna del Coronavirus che Sars-CoV-2 utilizza per agganciarsi ai recettori delle nostre cellule e, come una chiave con la porta, entrare e farsi strada nell’organismo.

Questa proteina può differire tra le varianti del virus ed è per questo che a volte può essere necessario “aggiornare” i vaccini in modo da ampliare la protezione comprendendo dunque anche le diverse forme virali.

Stando ai risultati degli studi clinici messi in campo dalle due azione produttrici, questa formulazione aggiornata è in grado di aumentare notevolmente il livello di protezione offerto dal vaccino.

L’iniezione con un vaccino bivalente innescherebbe nell’organismo una risposta immunitaria rinvigorita sia contro il ceppo virale originale sia contro quella forma di virus che negli ultimi mesi si è rivelata predominante nel mondo (così come in Italia) e capace di bucare lo scudo fornito dal vaccino precedente.

Secondo quanto riportato dall’Aifa, questi vaccini offrirebbero protezione anche contro le sottovarianti di Omicron, quindi BA.4 e la contagiosissima BA.5.

Come funzionano?

Entrambi i vaccini adattati funzionano come quelli originali: insegnano cioè al tuo organismo a impostare le difese contro Sars-CoV-2.

Le molecole di mRna contenute nel siero sono «messaggere» e quindi portatrici di istruzioni che serviranno al tuo sistema immunitario per produrre le proteine ​​Spike del virus.

Una volta somministrato, il farmaco innescherà la produzione di quelle proteine che le cellule immunitarie leggeranno e immagazzineranno nella propria memoria in modo tale che, se dovessero incontrare il virus «vero», sapranno riconoscere la proteina Spike posta sulla specifica forma di virus che ti ha infettato e saranno capace di attaccarle.

Le molecole di mRNA contenuto nei vaccini non rimangono nel corpo ma una volta scompletato il loro compito, vengono scomposte ed eliminate.

Chi può farli?

I vaccini adattati, come da indicazione di Ema e Aifa, verranno utilizzati come dosi di richiamo e saranno quindi disponibili per le persone di età pari o superiore a 12 anni che hanno già ricevuto e completato la vaccinazione primaria.

Significa, quindi, che chi ha già ricevuto almeno due dosi contro Sars-CoV-2 potrà ricevere come terza dose un vaccino bivalente e adattato contro Omicron, a patto però che siano trascorsi almeno 3 mesi dalla seconda dose.

Chi invece non si è ancora vaccinato dovrà prima effettuare il ciclo primario con i vaccinati originali e poi, a distanza di 120 giorni, potrà accedere alla vaccinazione con i vaccini aggiornati.

L’invito a ricorrere a questi vaccini bivalenti è rivolto principalmente ai soggetti fragili e agli over60, per i quali questa vaccinazione dovrebbe funzionare come un secondo richiamo.

Tutti gli altri possono comunque vaccinarsi con la dose booster su consiglio del medico o come scelta individuale.

Quando arrivano?

L’approvazione dei vaccini bivalenti è recentissima. Il 1 di settembre 2022 l’Ema ha dato luce verde dopo il parere positivo del proprio Comitato per i medicinali per uso umano.

A distanza di pochi giorni è arrivato anche l’ok di Aifa. Si tratta quindi di decisioni freschissime che necessitano inevitabilmente di tempi tecnici per potersi trasformare in azioni concrete.

Il ministro della Salute Roberto Speranza, negli scorsi giorni, ha comunque parlato di tempi decisamente brevi sostenendo che “contiamo di avere già a metà settembre la disponibilità di nuovi vaccini aggiornati”.

Fonte | Ema; Aifa 

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.