Vaccino contro la varicella: quando deve essere somministrato e in quali casi è obbligatorio

Dal 2017, il vaccino contro la varicella è obbligatorio per tutti i nuovi nati. Se aspetti un bambino o hai partorito da poco, dovresti dunque informarti riguardo le dosi e i mesi di vita durante i quali deve essere iniettato il farmaco. In questo articolo puoi sapere tutto quello che ti occorre.
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Dott. Albert Kasongo Medico vaccinologo
29 Maggio 2019 * ultima modifica il 22/09/2020

La varicella rientra fra le malattie esantematiche, ovvero che provocano reazioni cutanee diffuse, ed è altamente contagiosa. Predilige bambini e adolescenti, nonostante possa insorgere anche in età adulta e andare incontro più frequentemente a complicazioni. È causata dal Virus Varicella-Zoster (VZV o Herpesvirus umano 3) ed è trasmessa per via aerea,cioè attraverso goccioline di saliva disperse con tosse, starnuti o semplicemente parlando e tramite il contatto diretto con le vescicole, toccandole.

Possiamo distinguere 4 fasi diverse del decorso della malattia :

  1. Periodo d’incubazione: dura 13-17 giorni
  2. Fase prodromica: dura all'incirca 48 ore e precede l’insorgere della sintomatologia
  3. Fase esantematica: dura 7-10 giorni. L’eruzione cutanea della varicella compare inizialmente come macula (macchia rossa, piana, della grandezza di una lenticchia) che evolve successivamente in papula (diventa in rilievo rispetto alla cute), la quale diviene, infine, una vescicola (si riempie di liquido, che inizialmente è limpido e trasparente e poi s’intorbidisce). Questo processo d’evoluzione ha una durata di 6-8 ore. Queste lesioni cutanee hanno la caratteristica di non comparire tutte insieme, bensì a ondate, conferendo l’aspetto tipico “a cielo stellato”
  4. Fase di remissione: caratterizzata da essiccamento e caduta delle croste. Dura circa 7-20 giorni

Quando si è contagiosi

La contagiosità è massima nella fase prodromica e in quella esantematica, anche se può cominciare un paio di giorni prima, e dura fino a quando tutte le vescicole si sono trasformate in croste.

È importante ricordare che, sebbene in un soggetto immunocompetente la malattia sia benigna e si risolva spontaneamente in 7-10 giorni, nei soggetti immunocompromessi ( chi è sottoposto a chemioterapia o assume cortisonici ad alti dosaggi o è affetto da AIDS) sono frequenti le complicanze, che colpiscono vari sistemi (nervoso centrale, digerente, respiratorio ecc).

Il trattamento è volto principalmente ad alleviare i sintomi. L’unica misura utile a contrastare l’insorgenza della varicella è rappresentata dal vaccino.

Com'è fatto il vaccino

Il vaccino contro la varicella è costituito da virus vivo attenuato, ovvero incapace di far sviluppare malattia, in quanto troppo debole, ma efficace nell' indurre la risposta immunitaria. Possiamo trovarlo nella formulazione tetravalente assieme ai virus di morbillo, parotite e rosolia oppure in formulazione monovalente.

Dosi e modalità di somministrazione

Il vaccino viene somministrato per via sottocutanea. Le dosi possono variare in base alla formulazione.

In quella monovalente la prima dose è somministrata fra 12 e 15 mesi. Una dose di richiamo va poi effettuata fra 4 e 6 anni. In adulti e adolescenti che non hanno mai contratto la varicella sono invece consigliate 2 dosi a distanza di 6 settimane l’una dall’altra. Infine, una dose di vaccino somministrata entro 72 ore dal contagio (o comunque non più di 5 giorni dopo) potrebbe proteggere dalla malattia o, altresì, renderla più leggera.

Nella formulazione tetravalente, chiamata anche MPRV (Morbillo, parotite, rosolia e varicella) sono invece necessarie 2 dosi. Con il decreto legge in materia di prevenzione, approvato il 28/07/2017, questa vaccinazione è diventata obbligatoria per i nati dal 2017 in poi, pena l’esclusione da asilo nido e scuola dell’infanzia (bambini da 0 a 6 anni).

Le controindicazioni

Le controindicazioni al vaccino contro la varicella possono essere:

  • Ipersensibilità ai principi attivi o a uno qualsiasi degli eccipienti
  • Gravidanza
  • Immunodeficienza umorale (primaria) o cellulare (acquisita)

Gli effetti collaterali

Può insorgere dolore, arrossamento e gonfiore nel sito d’inoculo. Si potrebbe avere febbre, che in alcuni casi può portare a convulsioni. Ci sono casi in cui si può verificare l’insorgenza di lievi eruzioni cutanee (qualche vescicola), dopo il vaccino. In quest’ultimo caso ci si deve considerare contagiosi.

L’immunità è da considerarsi vita natural durante, ma potrebbe accadere che, considerando il fatto che il virus rimane confinato e inattivo nei tessuti nervosi, un abbassamento delle difese immunitarie in età adulta possa portare all’insorgenza del cosiddetto fuoco di Sant’Antonio.

È molto importante, prima di sottoporsi a vaccinazione, effettuare un’adeguata anamnesi, affinché vengano evitate reazioni indesiderate che possano dipendere da una condizione patologica di base per cui è controindicata l’effettuazione del vaccino.

Laureato in Medicina e Chirurgia all’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari, ha maturato esperienza in numerosi ambiti collaborando con diverse altro…
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