Il Consiglio superiore di Sanità, in accordo con AIFA e con il Ministero della Salute, ha annunciato che in Italia sarà raccomandato l'uso preferenziale del vaccino di AstraZeneca solo per chi ha dai 60 anni in su. La decisione è stata presa in seguito alle dichiarazioni di Ema, che ha valutato come "possibile" un nesso di causa-effetto tra il farmaco e gli 86 eventi trombotici registrati fino a questo momento. Inoltre, il nostro Paese si è allineato alle decisioni adottate già nei tre stati più densamente popolati dell'Unione europea, Spagna, Germania e Francia e a quelle che prenderanno nelle prossime ore anche gli altri membri dell'UE. La domanda ora è: cosa cambia? E soprattutto, se hai meno di 60 anni e hai già ricevuto la prima dose, cosa devi fare?
La riposta viene fornita direttamente da una circolare emanata poche ore fa dal ministero della Salute, ma era già stata anticipata dal direttore generale della Prevenzione, Gianni Rezza: "Il vaccino AstraZeneca può essere somministrato a tutti, dai 18 anni in su. La nostra su over 60 è una indicazione preferenziale". Il documento poi precisa che: "sulla base delle attuali evidenze, tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte della elevata mortalità da Covid-19 nelle fasce di età più avanzate, si rappresenta che è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni".
Bisognerà dunque capire come si muoveranno le regioni, tenendo conto del fatto che, come ti avevamo spiegato, tu al momento non puoi scegliere quale vaccino ti verrà iniettato, ma solo rifiutarti di riceverlo. L'obbligo infatti è previsto solo per gli operatori sanitari.
Il caso più limite è sicuramente quello di chi ha già ricevuto la prima dose del vaccino ed è in attesa della seconda. Anche in questo caso, la risposta è contenuta nella circolare: "In virtù dei dati ad oggi disponibili, chi ha già ricevuto una prima dose del vaccino Vaxzevria, può completare il ciclo vaccinale col medesimo vaccino".
Le ragioni sono diverse. La prima è che gli eventi avversi gravi registrati finora si sono verificati sempre dopo la prima dose, mentre nelle 600mila persone che hanno effettuato anche la seconda non è emersa nessuna trombosi. "Su 600mila trattati con due dosi di AstraZeneca – ha dichiarato infatti il Direttore dell'Aifa, Magrini – nessuno ha mostrato eventi trombotici".
"Anche se va detto – ha specificato in ogni caso il professor Franco Locatelli, a capo del Consiglio superiore di Sanità e del Comitato tecnico-scientifico – che non ci sono fattori di rischio identificati. La maggior parte di questi eventi si è avuto dopo i primi 14 giorni di somministrazione e la si è osservata solo dopo la prima somministrazione. Tuttavia, il numero di seconde dosi somministrate è troppo limitato per trarre conclusioni. Alla luce di queste considerazioni, si è aperta una riflessione su raccomandazioni di uso preferenziale per alcune fasce d’età".
Inoltre, non sappiamo se mescolare insieme due vaccini diversi, per quanto simili, possa garantire un'eguale efficacia oppure no. "C'è una ragione teorica per pensare che combinare diversi vaccini potrebbe funzionare e potrebbe essere un approccio sicuro ed efficace, tuttavia nessun dato è stato presentato all'Agenzia europea per i medicinali e non abbiamo fatto alcuna valutazione – ha chiarito a tal proposito Peter Arlett, capo del dipartimento di farmacovigilanza ed epidemiologia dell'Ema. – Se tali dati saranno disponibili, ovviamente li valuteremo immediatamente".
Resta importante ricordare che, per qualsiasi dubbio o paura che ti sia sorta, il consiglio migliore è quello di rivolgere tutte le tue domande a un medico.
Fonte| AGI