Sicuramente avrai capito che parlando di vasi previ, ci stiamo occupando di qualcosa che “trasporta” sostanze nel nostro organismo. Vediamo esattamente di cosa si tratta questo problema.
Avere i vasi previ significa che le membrane, ossia quella sorta di rivestimento che copre i vasi sanguigni che collegano il cordone ombelicale del bambino alla placenta, sono eccessivamente vicini alla cervice quindi all’uscita dell’utero, per semplificare proprio dove inizia il canale che il feto userà durante il parto per uscire.
Questo significa che questi vasi sono al di sotto del bambino e la conseguenza è che possono essere rotti o compressi quando inizia il travaglio. Però non ti devi preoccupare perché si tratta sì di una complicazione piuttosto seria, ma che, se diagnosticata in tempo grazie ad un’ecografia, non ti deve preoccupare perché verranno fatti controlli e si prediligerà un parto di tipo cesareo.
I sintomi principali che potresti notare (insieme al ginecologo) sono:
Sicuramente due importanti campanelli d’allarme sono, sempre diagnosticati tramite ecografia, eventuali anomalie della placenta oppure, come ti abbiamo detto, un rallentamento dei battiti del feto. In particolare, sarà l’ecografia transvaginale a dover diagnosticare il problema.
Come ti abbiamo sottolineato è possibile capire che c’è il problema ben prima del parto. Quindi, una volta diagnosticato, i medici ti chiederanno di sottoporti per circa due volte a settimana, variabili in base alle condizioni, a quello che viene chiamato non stress test e inizieranno a monitorare la stazione fino alle trentesima settimana in cui di solito si consiglia il ricovero in vista del parto. In assenza di ulteriori complicazioni di solito il parto viene programmato intorno alla 34-37 settimana, ma dobbiamo dirti che è sempre di tipo cesareo. Sarà poi un cesareo d’urgenza se si verificheranno: un continuo sanguinamento dalla vagina, la rottura delle membrane o un possibile pericolo per feto o madre.
Fonte|Università di Padova