Venti persone cieche tornano a vedere il mondo: merito di una cornea artificiale creata con il collagene prelevato dalla pelle di maiale

Ricercatori svedesi hanno messo a punto un impianto artificiale che ha ridato la vista a persone completamente cieche o colpite dal cheratocono. La nuova cornea artificiale potrebbe diventare una concreta alternativa al trapianto, tecnica invasiva e sempre più difficile specialmente nei paesi a basso reddito.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Kevin Ben Alì Zinati 12 Agosto 2022
* ultima modifica il 12/08/2022

Venti persone sono tornate a vedere perfettamente. Erano tutte completamente cieche o caratterizzate da una vista alterata a causa del cheratocono, una malattia degenerativa che colpisce la cornea.

Oggi però hanno recuperato la vista grazie a una cornea artificiale realizzata da un gruppo di ricercatori dell'Università di Linköping, in Svezia, utilizzando del collagene ricavato dalla pelle di maiale.

Il dispositivo, descritto sulla rivista Nature Biotechnology, potrebbe aprire le porte a una piccola grande rivoluzione.

Forse non lo sapevi ma nel mondo ci sono più di 12 milioni di persone nel mondo che soffrono di cecità e il cui unico rimedio per tornare alla vista è ricevere una cornea trapiantata da un donatore umano.

Oggi però solo un paziente su 70 riceve un trapianto di cornea e la maggior parte delle persone che necessitano di un intervento del genere vive in paesi a basso e medio reddito dove l’accesso a cure e trattamenti è molto limitato.

I primi test eseguiti dai ricercatori svedesi hanno dato esiti positivi. Prima dell'operazione, 14 dei 20 partecipanti erano ciechi e dopo due anni nessuno lo era più.

Tre dei partecipanti indiani che erano stati ciechi prima dello studio avevano una vista perfetta dopo l'operazione: conferma che, nel tempo, la retina artificiale potrebbe davvero rappresentare una concreta alternativa al trapianto.

Come ti dicevo all’inizio, la cornea artificiale è stata creata sulla base di molecole di collagene ricavate dalla pelle di maiale derivata, a sua volta, dall’industria alimentare.

L’impianto ricorda la cornea umana ed è costituito da proteine di collagene della pelle di maiale. Photo credit: Thor Balkhed

Sottoposte a un successivo processo di lavorazione, hanno stabilizzato le molecole di collagene sciolte dano forma a un materiale robusto e trasparente in grado di resistere alla manipolazione e all’impianto nell’occhio.

Nell’ambiziosissimo studio pilota, gli scienziati hanno impiantato la cornea artificiale prima sui suini stessi e poi su pazienti provenienti da Iran e India, zone note per la mancanza di donatori di cornee e il successivo follow-up non ha dato segni di complicazioni o rigetto.

La rivoluzione sembra alle porte, insomma. Anche perché questa cornea artificiale garantirebbe un ulteriore vantaggio in termini di invasività dell’intervento chirurgico.

Un impianto bioingegnerizzato potrebbe essere un’alternativa al trapianto di cornee umane donate. Photo credit: Thor Balkhed

Oggi, infatti, l’operazione prevede che la cornea di un paziente con cheratocono in fase avanzata venga rimossa chirurgicamente e sostituita da una cornea donata, poi cucita con delle suture chirurgiche.

“Con il nostro metodo – hanno spiegato i ricercatori svedesi commentando i risultati della ricerca – il chirurgo non ha bisogno di rimuovere il tessuto del paziente. Viene invece praticata una piccola incisione, attraverso la quale l'impianto viene inserito nella cornea esistente”.

Poca invalidità, quindi, e niente punti di sutura. “Siamo molto ottimisti per questi risultati, siamo curiosi di valutare la possibilità di utilizzare questo metodo per curare le malattie dell'occhio. Nei prossimi studi esploreremo questa possibilità", hanno concluso gli scienziati.

Fonte | "Bioengineered corneal tissue for minimally invasive vision restoration in advanced keratoconus in two clinical cohorts" pubblicato l'11 agosto 2022 sulla rivista Nature Biotechnology 

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.