Il versamento pleurico, a volte indicato come "acqua sui polmoni", è l'accumulo di liquido in eccesso tra gli strati della pleura al di fuori dei polmoni che si verifica in 320 casi ogni 100.000 abitanti. Le pleure sono sottili membrane che rivestono i polmoni e l'interno della cavità toracica e agiscono per lubrificare e facilitare la respirazione. Normalmente, nella pleura è presente una piccola quantità di fluido. Il liquido può avere diverse derivazioni e diverse composizioni, ma la sua presenza in eccesso comporta difficoltà respiratorie e dolore al petto.
Il versamento pleurico è un accumulo di liquido nella cavità pleurica, ovvero lo spazio compreso tra la pleura viscerale e la pleura parietale, che insieme costituiscono per l’appunto la pleura, ossia la membrana sierosa che ricopre e avvolge ciascun polmone.
In condizioni normali il liquido pleurico (di composizione simile al plasma) è presente in una piccola quantità che serve per lubrificare la zona e facilitare i movimenti dei polmoni durante la respirazione. Il versamento di quantità più massicce di liquido, che diventa patologico, può accadere in modo autonomo senza cause sottostanti, o essere la conseguenza di altre patologie come infezioni, tumori o infiammazioni.
Sono numerose le cause del versamento pleurico e le si riconosce dalla composizione del liquido, che può essere ricco di proteine (essudato) e quindi associabile a infezioni e tumori, o più acquoso (trasudato) solitamente nei casi di insufficienza cardiaca o cirrosi epatica.
Tra le cause generiche di versamento pleurico possiamo elencare:
Altre cause meno comuni di versamento sono rappresentate da embolia polmonare causata da assunzione di farmaci, a seguito di radioterapie, da rottura esofagea o da sindrome da iper-stimolazione ovarica.
Alcuni persone con versamento pleurico non presentano sintomi e la condizione viene scoperta con una radiografia del torace eseguita per un altro motivo. In linea di massima può manifestarsi con:
Il versamento pleurico si diagnostica prima di tutto con una visita specialistica: l’auscultazione è un buon punto di partenza. Poi il medico potrebbe richiedere una radiografia e un’ecografia del torace, in cui è possibile quantificare la quantità di liquido in eccesso nei polmoni. Successivamente sarà richiesta una toracentesi, per progettare in modo adeguato l’evacuazione del liquido e l’analisi.
Il trattamento del versamento pleurico si basa, ovviamente, sulla causa sottostante. Nei casi di versamento asintomatico solitamente questo non richiede trattamento, in quanto può riassorbirsi da solo quando si risolve la patologia sottostante; in presenza di dolore si possono assumere FANS o altri analgesici orali.
Nella maggior parte dei casi il drenaggio toracico del liquido in eccesso (toracentesi) è sufficiente e può anche essere ripetuto; nei casi di infezioni la toracentesi può essere abbinata all’utilizzo di antibiotici.
Per i pazienti che richiedono un drenaggio frequente, ad esempio in caso di versamenti cronici, esistono due opzioni di intervento:
Le percentuali di sopravvivenza dipendono dalla causa che provoca il versamento pleurico. Solitamente nei casi benigni (ad esempio in presenza di lupus e artrite reumatoide) il trattamento funziona, mentre nei casi di tumori maligni l’aspettativa non è molto favorevole, e la maggior parte dei pazienti muore entro i 24 mesi. Per esempio, se si soffre di mesotelioma le aspettative di vita sono purtroppo ancora molto basse e non superano il 10% dei sopravvissuti a 5 anni dalla diagnosi.
Le complicanze, invece, dipendono dalla ricorrenza con cui i versamenti si presentano e dalla frequenza di drenaggio; qualora il drenaggio non venga effettuato questo potrebbe portare a difficoltà respiratorie, ad empiema, ossia una raccolta di pus nello spazio pleurico, e sepsi.
Fonte | Mds Manuals; Humanitas
(Pubblicato dalla dottoressa Laura Martinelli, medico chirurgo, il 4 novembre 2021; modificato da Valentina Rorato il 16 agosto 2023)