Virus cinese, l’appello dei medici di famiglia: “Vaccinatevi contro l’influenza”

A margine di un evento al ministero della Salute, Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione italiana di medicina generale, ha invitato la popolazione a sottoporsi al vaccino antinfluenzale, in quanto può rivelarsi un valido alleato per contrastare un’eventuale diffusione del coronavirus.
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Federico Turrisi 31 Gennaio 2020
* ultima modifica il 12/10/2021

Ti sei già vaccinato contro l'influenza? In caso di risposta negativa, non è mai troppo tardi per farlo. Diciamolo subito: bisogna evitare ogni tipo di psicosi per il nuovo coronavirus cinese 2019-nCoV, e soprattutto ci sono una serie di misure di prevenzione, come lavarsi spesso le mani, per evitare le complicanze di qualunque virus influenzale. Considera che ogni anno l'influenza stagionale uccide centinaia di migliaia di persone nel mondo. Hai capito bene, centinaia di migliaia. Per questo è sempre utile sottoporsi al vaccino antinfluenzale.

Lo ha ricordato, in occasione di un evento tenutosi al Ministero della Salute, Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg, Federazione italiana di medicina generale, che riunisce i medici di famiglia. "Vaccinarsi riduce la circolazione dell'influenza, crea meno casi, meno pressione sul servizio sanitario che può concentrare maggiore attenzione su eventuali casi da nuovo virus." – ha spiegato Scotti – "Inoltre, la vaccinazione antinfluenzale rende la diagnosi differenziale, cioè la distinzione tra le due infezioni, più facile, più rapida e porta all'isolamento di eventuali casi di coronavirus".

Già, perché il rischio di confondere le preoccupazioni per l'influenza, particolarmente aggressiva in questo periodo dell'anno, con quelle per il coronavirus è molto alto. Oltre a tutelarti di più, con il vaccino potresti dunque aiutare anche il medico nella diagnosi. Certo, il periodo consigliato per vaccinarsi è tra ottobre e dicembre, ma considera che la stagione dell'influenza solitamente finisce fra fine marzo e inizio aprile e che la risposta immunitaria alla vaccinazione impiega circa due settimane per svilupparsi pienamente. Insomma, come sostiene un famoso detto, meglio tardi che mai.

Fonte | Repubblica

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