Virus cinese: tutte le ultime notizie e il numero effettivo dei contagi

Tra tutti i numeri che stanno arrivano in queste ore, quali sono quelli ufficiali? E soprattutto, quanti episodi sospetti sono stati davvero confermati in Europa? Per capire se in Italia dobbiamo preoccuparci per il nuovo Coronavirus gli allarmi non servono, bisogna guardare ai fatti e alle informazioni certe. Le abbiamo raccolte qui.
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Giulia Dallagiovanna 27 Gennaio 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

In Cina c'è un focolaio di un nuovo virus che appartiene alla famiglia dei Coronavirus. E questa è probabilmente l'unica notizia certa che possediamo in questo momento. Perciò, te lo ripeto, farsi prendere dal panico a ogni nuova notizia che leggi su siti che non sono legati a istituzioni non è saggio. Diciamo, però, che rispetto alla scorsa settimana, quando ti avevamo parlato del 2019 NCOV e avevamo intervistato l'Infettivologa Stefania Piconi, la situazione è cambiata. Ci sono stati alcuni casi confermati in Europa e il numero dei contagi, e dei decessi, è salito piuttosto rapidamente. Dunque torna la domanda: in Italia dobbiamo preoccuparci?

In Italia dobbiamo preoccuparci?

Rispondere non è facile, perché il vero problema è che di questo nuovo agente patogeno al momento si sa poco e niente. Quello che però appare chiaro è la rapidità con la quale è in grado di mutare e di diffondersi. C'è però un'informazione importante, e non troppo rassicurante, di cui bisogna tenere conto: anche una persona che non presenta sintomi, e dunque non sa di essere malata, può trasmettere la patologia, come ha confermato uno studio pubblicato su The Lancet. Perciò c'è la possibilità che un passeggero superi i controlli sanitari agli aeroporti, ma scopra solo in seguito di aver contratto il nuovo Coronavirus e di averlo anche passato a famigliari, amici e colleghi. Detto questo, non vi sono al momento casi accertati in Italia e gli episodi sospetti di Bari e Parma si sono rivelati essere dei falsi allarmi.

Sul sito Medical Facts, il Virologo Roberto Burioni consiglia però di non abbassare il livello di attenzione e soprattutto suggerisce una soluzione di contenimento del contagio che fino a questo momento non è ancora stata presa in considerazione: "Chi sta male non dovrebbe andare in ospedale o dal proprio medico, come accade ora. Infatti, dal medico o  al pronto soccorso può contagiare altre cento persone e questo sarebbe una catastrofe. Il sospetto caso di coronavirus dovrebbe invece rimanere chiuso in casa (in una stanza diversa da quella dei familiari), e un team di sanitari dovrebbe andare a domicilio a visitare il paziente e a prelevare il campione da analizzare nel più breve tempo possibile, facendo scattare immediatamente le procedure d’isolamento per il malato e per i familiari, se gli esami di laboratorio fornissero un risultato positivo".

Se infatti al momento non è disponibile né un vaccino, né una terapia specifica, è già possibile effettuare una diagnosi certa ed è un vantaggio che deve essere sfruttato. Il ministero della Salute assicura intanto che sono stati intensificati i controlli e che a Roma Fiumicino ora si è aggiunto anche l'aeroporto di Milano Malpensa. Sono inoltre aumentati gli strumenti di protezione in dotazione al personale sanitario, il quale è stato formato proprio per far fronte a questo pericolo. Sabato 25 si sono riunite le Regioni per capire come coordinare i servizi presenti sui vari territori e come rispondere in caso si trovasse effettivamente una persona infetta.

Per ora quindi gli allarmi non servono: sono inutili e dannosi. Quello che invece è utile è non abbassare la guardia e se inizi a starnutire o ad avere la febbre, vale la pena di fare una telefonata al tuo medico di famiglia e chiedere informazioni sul da farsi. Se però né tu, né la tua famiglia, né un tuo conoscente siete stati in Cina di recente, tieni presente che le possibilità che tu abbia contratto questo virus risultano ancora molto basse. Per fortuna.

L'Organizzazione mondiale della sanità ha però corretto la valutazione della situazione, che inizialmente era di livello "moderato". Ora si è decretato che il rischio è "molto alto" in Cina e "alto" a livello globale.

Ma quante sono le vittime?

Ogni giorno arrivano numeri nuovi e spesso ogni giornale o sito di informazione riporta cifre diverse. Ma insomma quanta gente è stata contagiata fino a questo momento e, soprattutto, quanti sono i morti? Fino ad ora la fonte ufficiale più aggiornata è quella dello European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC). Si parla di 2.775 casi confermati in tutto, sia in Cina, dove sono almeno 1.975 le persone infette, che nel resto del mondo dove emergono casi confermati: Thailandia, Stati Uniti, Corea del Sud, Singapore, Vietnam, Taiwan, Giappone, Nepal, Malaysia, Canada, Francia.

I numeri ufficiali parlano di oltre 2.700 contagi, di cui 3 in Francia, e 81 decessi, tutti in Cina

In Francia si trovano proprio le uniche tre persone europee contagiate. E proprio il governo d'Oltralpe ha annunciato di voler creare un ponte aereo per permettere ai propri connazionali di rientrare dalla Cina, ma gli eventuali passeggeri dovranno rimanere in quarantena per 14 giorni: il periodo di incubazione del virus, durante il quale si può appunto trasmettere la malattia anche se non si avvertono ancora le manifestazioni.

Per quanto riguarda il numero dei decessi, la conta è salita a 81, tutti in Cina. La domanda da porsi è se questi pazienti fossero in buone condizioni di salute o se le loro difese immunitarie fossero già compromesse al momento del contagio. Secondo un articolo pubblicato venerdì sul New England Journal of Medicine, sembra che il 2019 NCOV risulti meno aggressivo della Sars, ma si invita comunque alla cautela e soprattutto alla massima attenzione negli ospedali, dove si rischia l'epidemia se non vengono messe in pratica tutte le misure di sicurezza del caso.

Cosa si sta facendo in Cina?

Europa, Stati Uniti, Australia e diversi Paesi confinanti con la Cina si sono attivati per installare controlli ed evitare la formazione di un'epidemia sul proprio territorio. Ma cosa si sta facendo lì, al centro del focolaio, per contenere la diffusione di questa sorta di polmonite virale? Il governo della Repubblica popolare ha prima di tutto annunciato che verrà costruito un ospedale nel giro di pochissimi giorni (forse 6 addirittura) per accogliere esclusivamente chi si dimostra positivo ai test per i Coronavirus. Una notizia che ha due risvolti: prima di tutto, se si pensa di edificare una struttura nuova al solo scopo di far fronte al problema, potrebbe significare che i contagi sono già molti di più rispetto a quanto lasciano trapelare le fonti ufficiali del Paese. In realtà, viene difficile da credere che in una provincia da 11 milioni di abitanti, come quella di Hubei, e con la sovrappopolazione che si registra nell'intera Nazione, il numero dei malati non abbia ancora raggiunto i 2mila. A margine viene poi da chiedersi quanto potrà essere moderno, efficiente e resistente un ospedale eretto nel giro di una settimana.

Arrivano poi altre notizie, che parlano di Wuhan, la metropoli dove è partito il focolaio, come di una città completamente isolata e praticamente deserta. Dopo aver chiuso il mercato, dove si trovava probabilmente la prima fonte di contagio, sono stati vietati del tutto la vendita e il commercio di animali selvatici sull'intero territorio cinese. Tra barriere lungo la grande muraglia e chiusura dei punti di accesso alle aree urbane, ci sono in questo momento 56 milioni di persone isolate e bloccate. Quasi quanto l'intera popolazione italiana.

Prorogato anche il periodo di ferie per il Capodanno cinese per evitare la concentrazione di persone nei luoghi pubblici

Proseguono poi i controlli su tutti i mezzi di trasporto, soprattutto quello che collegano a grandi città come Pechino, Shangai e Tientsin. Anzi, in buona parte dei casi la circolazione è stata del tutto sospesa, così come non è possibile partire per l'estero senza avere effettuato tutti i controlli medici per il Coronavirus. A Hong Kong è stato dichiarato lo stato d'emergenza, mentre a Wuhan le persone nemmeno escono di casa.

Stanno però tornando le scorte di strumenti medici, mascherine e medicinali che rischiavano di andare esaurite, come ha raccontato l'infermiere Francesco Barbero a Medical Facts.

Infine, è stato prorogato il periodo di ferie concesso per il Capodanno cinese: invece che venerdì 31 gennaio, i Cinesi torneranno a lavorare più tardi in modo da rimandare l'affollamento di persone in luoghi pubblici.

Il contagio da uomo a uomo

Sembra ormai confermato che l'infezione possa trasmettersi da uomo a uomo, però non si è ancora certi della velocità con la quale questo contagio avviene, come spiega l'articolo sul NEJM. Proprio in queste ore è arrivata una notizia che apre un nuovo spiraglio, preoccupante. In Vietnam una persona è stata contagiata dopo essere entrata in contatto con un parente già infetto. Il problema è che nessuno dei due aveva compiuto un viaggio in Cina di recente. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, questo significherebbe che: "Secondo le indagini preliminari, ciò costituisce una trasmissione del virus da umano a umano all'interno di una famiglia".

Non si è invece ancora certi della prima fonte, cioè del serbatoio che aveva tenuto in incubazione l'agente patogeno per tutto questo tempo, fino a quando non è stato in grado di risultare infettivo anche per l'essere umano. Inizialmente si è pensato ai pipistrelli, che lo avessero passato ai serpenti e dai rettili macellati senza protezioni al mercato di Wuhan si fosse arrivati all'uomo. Ma è un'ipotesi ancora da dimostrare.

Si stanno usando le terapie contro l'Hiv?

Come ti dicevo prima, non esiste una cura mirata per un virus che muta troppo velocemente per poter sviluppare un farmaco in tempi brevi. Al momento, le terapie utilizzate sono quelle di supporto che si impiegano per l'influenza classica e dunque antipiretici per la febbre, antinfiammatori, idratazione e ossigeno quando sopraggiunge l'insufficienza respiratoria.

Tre grandi strutture del Paese (Beijing Ditan Hospital, Beijing Youan Hospital, and No 5 Medical Center of PLA General Hospital) stanno poi ricorrendo a un altro approccio: farmaci che di norma vengono utilizzati contro l'Hiv. Lo ha confermato il South China Morning PostNon si tratta di un tentativo casuale o disperato: il medicinale in questione, ovvero, il Ritonavir, ha la precisa funzione di ridurre la carica virale degli agenti patogeni fino a rendere una persona non più infettiva. E secondo uno studio apparso su The Lancet, questo approccio aveva già dato buoni risultati al tempo della Sars, quando aveva aiutato a contenere l'epidemia.

Fonti| Ministero della Salute; European Centre for Disease Prevention and Control

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