Prendendo in prestito il titolo di una delle grandi opere della nostra letteratura, possiamo dire: a ciascuna stagione il suo malanno.
Sotto questo punto di vista l’autunno e l’inverno sono i periodi dell’anno più ricchi perché oltre all’influenza vedono il divampare anche di altre infezioni respiratorie, come quelle cause dal Virus Respiratorio Sinciziale.
Se però la prima trova terreno fertile soprattutto nei più anziani, il Vrs ha come bersaglio i bambini provocando per lo più raffreddore e tosse secca. L’infezione può però colpire anche i bimbi sotto i 2 anni favorendo l’insorgenza di patologie più serie come la bronchiolite, ovvero un’infiammazione delle vie aeree inferiori o la polmonite.
Ti parlo del Virus Respiratorio Sinciziale perché oggi, con una pandemia in corso, la situazione appare leggermente più complicata del solito e per questo la Società Italiana di Pediatria ha predisposto un vademecum per consigliare ai genitori come muoversi se i propri figli fossero infettati da Vrs.
L’attenzione sulla diffusione del Virus Respiratorio Sinciziale in brevissimo tempo è rimbalzata dai social fino ai Tg nazionali.
Era stato il cantante Fedez, in una storia Instagram, a lanciare l’allarme dopoché la figlia Vittoria, di 6 mesi, era stata ricoverata in ospedale proprio per un’infezione da Respiratory syncytial virus.
A fargli eco era stato poi il dottor Fabio Midulla, responsabile del pronto soccorso pediatrico del Policlinico Umberto I di Roma e presidente della Società italiana per le malattie respiratorie infantili che aveva spiegato come la situazione stia iniziando ad diventare “abbastanza seria: in questi giorni abbiamo un grosso affollamento di bambini con la bronchiolite, il reparto è quasi pieno e abbiamo 3 bambini in terapia intensiva, intubati proprio per bronchiolite da virus respiratorio sinciziale”.
L’infezione da Vrs si contrae attraverso il contatto delle mucose di naso, bocca e occhi con le ormai famose goccioline (droplets) ricche di virus emesse da una persona che parla o tossisce.
Su un altro social, questa volta Twitter, è intervenuto anche il virologo e immunologo Roberto Burioni spiegando che il Virus Respiratorio Sinciziale mette in pericolo tanti neonati e che nonostante sia stato isolato per la prima volta più di 70 anni fa ad oggi non c'è ancora un vaccino efficace.
Al momento infatti ci sarebbero soltanto studi in fase tre su un potenziale vaccino da somministrare nel terzo trimestre di gravidanza ma non è ancora arrivata l’approvazione da parte degli enti regolatori.
Oltre al trattamento del bambino infetto attraverso un’alimentazione corretta, paracetamolo per ridurre la febbre e lavaggi nasali, contro il Vrs è importantissima la prevenzione: quindi il frequente lavaggio delle mani, la copertura di naso e bocca quando si tossisce o starnutisce e la pulizia costante di giocattoli e oggetti alla portata dei più piccoli.
L’attenzione della Società Italiana di Pediatria si è focalizzata sul caso di bambini sotto i 2 anni infettati da Vrs: quelli, insomma, a rischio di bronchiolite.
Trattandosi di una patologia dinamica è importante che i genitori siano informati sulla possibile evoluzione e peggioramento del quadro clinico e che, nel caso, attivino uno stretto monitoraggio in sinergia con il proprio pediatra.
La Sip mette l’accento su alcuni segnali che non vanno assolutamente sottovalutati e che, se presenti, devono portarli a optare per il consulto con il medico o l’ospedale:
Questi compaiono in genere dopo 3-5 giorni di malattia e devono insomma suonare come dei veri e propri campanelli d’allarme per i genitori. Insieme poi ad altri sintomi come la rinorrea, la tosse secca e stizzosa e la febbre, che nella maggior parte dei casi non è elevata.
Fonte | Sip